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CATANIA: PIANTUMARE 2000 ALBERI NON E’ COME INTERRARE DEGLI INERTI PALI

FREE GREEN SICILIA

CATANIA: PIANTUMARE 2000 ALBERI NON E’ COME INTERRARE DEGLI INERTI PALI: QUESTI PER SOPRAVVIVERE NECESSITANO DI CURE PERMANENTI E IDONEE!

MA QUALE DEMOCRAZIA PARTECIPATA? QUANTI CITTADINI HANNO AVUTO LA POSSIBILITA’ DI ESPRIMERE LA LORO PREFERENZA SUI QUATTRO PROGETTI PROPOSTI DAL COMUNE CHE INVECE DOVEVANO ESSERE ESPRESSI DAGLI STESSI CITTADINI?

Che Catania sia una delle città italiane con meno verde pro-capite, anche grazie alla continua speculazione e cementificazione del territorio con la complicità di una certa politica, è più che risaputo condannando la città agli ultimi posti in Italia per qualità della vita. Ma che poi per superare tale deficit ambientale quasi secolare si pensi di piantumare 2000 alberi senza avere un progetto botanico e architettonico redatto da esperti, che individui i luoghi in cui inserire tali piante e la specie che abbia le caratteristiche biologiche idonee per poter sopravvivere nel territorio, ci sembra un atteggiamento alquanto superficiale che non condurrà sicuramente a migliorare la dotazione di alberi in città.

Abbiamo già detto ( dopo il risultato della quanto mai fallimentare e virtuale “Democrazia Partecipata”) – afferma Alfio Lisi portavoce di Free Green Sicilia – che per ogni albero che il Comune pensa di piantare in città dovrà prima decidere chi si dovrà occupare non solo della sua idonea piantumazione ma della sua sopravvivenza e non solo per un breve periodo ma per tutto il resto della sua vita anche in quanto si tratterebbe (come tutte le altre già esistenti) di patrimonio indisponibile di tutti di cui chiediamo da tempo anche il loro censimento. Alberi che potrebbero, se trattati in modo scientifico e non approssimativo, vista peraltro la grande carenza di verde in città, rendere la città più bella migliorando di molto la qualità della vita di tutti i cittadini sia, per la loro presenza che grazie al fatto che emanano ossigeno e ripuliscono in parte l’aria che respiriamo dallo smog di scarico dei mezzi a combustione ed in particolare le emissioni di anidride carbonica (CO2) responsabile di numerose malattie e dell’innalzamento delle temperature sia nelle città che nel resto del pianeta, con tutti i danni che ciò provoca all’ambiente e dunque alla stessa sopravvivenza. Dov’è andata a finire la legge 113 del 1992 che imponeva ai Comuni un albero per ogni bambino nato o adottato? Se fosse sta applicata oggi la città sarebbe un luogo a misura di bambini e anziani e non l’ultima tra le città!

Abbiamo anche chiesto chiarimenti, senza avere alcuna risposta, quanti siano stati in totale i cittadini votanti in merito alla consultazione Democrazia Partecipata prevista dall’art. 6 c. 1 L.R. 5 del 2014 che destina il 2% delle somme trasferite dalla Regione ai Comuni e che avrebbe dovuto essere regolata da uno specifico regolamento approvato dal Consiglio Comunale, che avrebbe visto avere ragioni sulle altre tre proposte dettate dal Comune e non invece direttamente dai cittadini come prevedrebbe la legge. Quello che ci è stato detto a mezzo stampa è che il progetto vincitore, piantumazione di 2000 alberi, avrebbe avuto il 40.7% dei voti, il secondo la riqualificazione di Porta Garibaldi il 22,9, il terzo la rigenerazione del Boschetto della Playa il 20,2 % ed il quarto Street Art solo il 15, 9% ma cosa significhi tutto ciò in termini di numero di votanti non è stato divulgato. Possiamo considerare Democrazia Partecipata una partecipazione di sole alcune centinaia di cittadini, su una popolazione di oltre 300 mila, quando non si è data la possibilità reale a tutti gli altri che avrebbero voluto esprimersi di poter votare? Sicuramente no! Come non lo è stata la precedente consultazione quando avrebbe votato solo il 3% (ovvero 9.854 votanti su 300 mila cittadini: sarebbe questa la tanto decantata Democrazia Partecipativa voluta dalla Regione) della popolazione e la scelta sarebbe caduta sul restauro delle strutture fisiche e non solo delle spiagge libere. Proprio tale scelta ha visto pure la piantumazione sulla sabbia di diverse specie di piante che abbandonate a se stesse, hanno fatto una brutta fine ovvero sono scomparse tutte. Sarebbe questa la Democrazia Partecipata della Regione o sarebbe più appropriato definirla Democrazia Non Partecipata?

Un esempio per tutti gli alberi le palme di piazza Stesicoro che in parte sono già seccate, che peraltro sono la sostituzione di quelle precedenti per essiccamento. La stessa fine rischiano di fare quelle della stessa specie in quanto , a nostro avviso, non sono state curate come si dovrebbe anche in quanto ancora in giovane età.

Non ci stancheremo di dire che per la messa a dimora di alberi o piante in luoghi pubblici, marciapiedi, ville, giardini, parchi, a partire dai 2000 alberi di varia specie si dovranno scegliere luoghi idonei alla loro esistenza, senza il rischio che non riescano a radicarsi in modo sano a naturale e magari dopo qualche tempo scegliere di capitozzarli o eliminarli. Potremmo di questi farne un lungo elenco, come già abbiamo denunciato pubblicamente e qualche volta con l’approvazione dell’informale Consulta Comunale del Verde pubblico (?!) , come se si trattasse di pali inerti senza vita, come spesso è accaduto, ma si dovrà prevedere manutenzione idonea e a tempo indeterminato come l’ irrigazione periodica e le cure fitoterapiche di volta in volta necessarie per ogni singola pianta fino a quando è in vita.

Alfio Lisi
Portavoce
Free Green Sicilia

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