“Mentre Conte dichiara che dal 4 maggio oltre 4 milioni di persone torneranno al lavoro con un rischio calcolato, noi dobbiamo essere chiari e dire esattamente come stanno le cose a lavoratrici e lavoratori”, commenta Manuel Santoro, segretario generale di Convergenza Socialista. “Dobbiamo dire la verità. Dobbiamo dire che, mentre il capitalista, l’industriale, non vede l’ora che si ritorni a produrre e, per lui, a guadagnare, mentre diversi partiti politici avvallano i desiderata dei capitalisti, le lavoratrici e i lavoratori salariati, che sono già sfruttati dal rapporto con il capitale, sono anche coloro che rischiano il contagio.”
“Sono lavoratrici e lavoratori a rischiare quotidianamente il contagio, non chi si gode il profitto con la panza all’aria. Il capitalista senza muovere un mignolo si gode il profitto, ovvero il frutto del lavoro altrui, e si gode anche una situazione di zero rischi con il Covid-19. Il cuore del problema è, quindi, il seguente: le lavoratrici e i lavoratori che oggi già lavorano oppure che torneranno al lavoro il 4 maggio non fanno un lavoro sociale, il frutto del loro lavoro non è socializzato perché non sono socializzati i mezzi di produzione. Nella maggior parte dei casi, infatti, il lavoro fatto rende un profitto privato. Ciò significa che la lavoratrice, oppure il lavoratore, sgobba e si ammala per il profitto del capitalista. Quale soluzione adottare allora? Il Socialismo, ovvero la socializzazione, rendere di proprietà comune, tutti i mezzi di produzione, di sussistenza, di distribuzione; socializzare, rendere di proprietà comune l’intero sistema bancario e finanziario una volta rotte le catene finanziarie dell’Unione europea.”
“Ricordiamoci sempre che ogni leader politico, ogni partito fa gli interessi di qualcuno, di parte del paese”, conclude Santoro. “C’è chi fa gli interessi dei capitalisti; noi facciamo gli interessi della classe sociale che lavora quotidianamente per un pezzo di pane.”
