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TACCUINO SEMISERIO SE L’AVVOCATO DEL POPOLO DEVE DIFENDERSI DAL SUO POPOLO!

 di Luigi Rapisarda

 È una pagina di Storia assai difficile quella che si sta cercando di scrivere in questo momento, senza voler far torto alla primazia toccato al pentastellato Di Maio ,che appena due anni fa ci diede l’emozione unica di scrivere la Storia in diretta.
La proverbiale bontà e virtuosa empatia che il nostro premier è riuscito ad accreditarsi nell’opinione pubblica del Paese,ci sta finalmente regalando facendocela assaporare a poco a poco, tutte le innumerevoli libertà che ci aveva sottratto da un paio di mesi, facendo il despota, suo malgrado,mettendole in soffitta senza colpo ferire e attento e vigile che nessuna di esse le fosse scappata di mano.
Tra qualche giorno potremo finalmente andare in giro, anche se non manca ancora di dover giustificare i movimenti, se uno va dalla nonna o dall’amante.
Ma almeno non dobbiamo contare i passi e non andare solo dal salumiere.
Però pare che questa pietosa bonomia del nostro premier si cominci a scontrare con il profondo baratro economico che tanti cittadini, imprenditori,professionisti e lavoratori cominciano a intravedere nel loro futuro di libertà.
Tanto che qualcuno l’ha paragonato all’ora d’aria o alla sigaretta che si faceva fumare prima di salire sul patibolo.
Se davvero dovremo difenderci ancora un po’ dal virus, si ricominci poderosamente a far ripartire l’economia di questo paese se non vogliamo ritrovarci libertà senza contenuto, come vacue forme che come simulacri non trovano linfa per rimanere in vita.
Tanto potremo essere stremati da fame e povertà: speriamo sia solo di spirito, in maniera che ci si possa risollevare seppur lentamente da questo abisso.
E che nel frattempo gli altri paesi non ci abbiamo sostituito con altri partner commerciali.
Perciò cerchiamo di mantenere la calma.
Capiamo che è un momento difficile, anche per il nostro premier,che un giorno dice una cosa ed un giorno l’altra.
Ovviamente perché è nel suo stile di accontentare tutti.
Pur se anch’egli inebetito e confuso dal bailamme creato dagli esperti scienziati e dalle miriadi ed inutili task force,presi,come sono,a chi la spara più grossa, mentre il paese affonda,perché non ha un governo capace di prendere decisioni univoche, orfano anche di un parlamento che con la paura del coronavirus è quasi scappato dai palazzi, non gli riesce sempre di dissimulare la sua tenerezza paternalistica di uomo del sud.
Lo stesso governo che sembra più affaccendato al raccordo di tavoli, task force e commissioni varie, tanta è la miriade di gente che si affaccenda a cogitare e fantasticare sul da farsi senza che si vedano soluzioni e seri piani di ritorno alla normalità, tanto che viene il sospetto che servano più a far quattro tirate di carte che a inventar soluzioni,ha lasciato le redini in mano all’intrepido premier ,che nella veste di un novello viceré,pur se sempre più spesso ci induce a compassione il vederlo come un moderno cireneo portare la croce( si fa per dire)per tutti, frastornato dai tira e molla degli scapestrati governatori,in ordine sparso,preferisce dilettarsi nelle apparizioni da showman in TV,per fortuna senza pochette(era troppo continuare a mettere in mostra tanta eleganza e galanteria)senza alla fine farci capire nulla,anzi per confonderci ancora di più con un vocabolario da rompicapo che nemmeno i migliori dizionari riescono a sbrogliare, e i severi sermoni da oratorio, tradendo persino gli accordi e le rassicurazioni che aveva dato di restituire la libertà di culto.
Di questo passo più che avvocato del popolo finirà per ritrovarsi avvocato di se’ stesso nelle tante manifestazioni di piazza che stanno per organizzare forze politiche e cittadini.
Speriamo che non si crei un altro ’43 con il paese diviso che anziché fronteggiare il nemico invisibile si rivolti per fame e povertà contro i corresponsabili di questa catastrofe annunciata.

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