Valeria Fedeli: “Sottovalutata la riapertura delle scuole, come se fosse meno importante dei luoghi di lavoro”

Valeria Fedeli, ex ministra Istruzione e senatrice Pd, a 24 Mattino: “Sottovalutata la riapertura delle scuole, come se fosse meno importante dei luoghi di lavoro”

“Mi sembra strano che non abbiamo posto da subito un dibattito pubblico sulla riapertura delle scuole”. Lo dice l’ex ministra dell’Istruzione e senatrice Pd, Valeria Fedeli a 24 Mattino, nell’ambito del Radio Day di Radio 24 #lascuolaimpossibile? “A tutt’ora non c’è un protocollo di riapertura delle scuole, così come è stato il 15 marzo per il luoghi di lavoro. Questo segnala che c’è stata una sottovalutazione, come se non fosse altrettanto importante aprire le scuole come i luoghi di lavoro. Penso che questa sottovalutazione sia molto impropria. Dobbiamo rispondere ai genitori che devono tornare al lavoro con il peso che ricade soprattutto sulle donne, ma al centro c’è l’interesse dei bambini e dei ragazzi che devono tornare a scuola in condizioni di sicurezza. Almeno bisogna lavorare per dare certezza di riapertura delle scuole, con doppi turni e incroci di didattica a distanza e in presenza, almeno dal primo di settembre. Dal quattro maggio invece possono esserci delle sperimentazioni, la ricerca di luoghi per i minori ”.

Rosalba Rotondo, preside Scampia, a Uno,nessuno, cento Milan: “Ci siamo ritrovati soli. Altro che device. ll primo problema è stato far mangiare i ragazzi”

“Quando è arrivato il primo decreto il 4 marzo, il primo pensiero è andato agli alunni più fragili, rom e non solo” – racconta nell’ambito del Radio Day #lascuolaimpossibile? a Uno, nessuno, cento Milan Rosalba Rotondo, preside di Scampia, premiata da Mattarella per avere saputo includere 250 rom a scuola. “La scuola è la prima autentica agenzia educativa, perché un secondo dopo il primo decreto di chiusure delle scuole si è fatto il deserto intorno a noi. Sono stati sospesi tutti i progetti straordinari e la scuola vera si è dimostrata essere quella che lavora puntando alle ossa e muscoli d’acciaio dei nostri docenti. Ci siamo ritrovati, nella nostra nudità, subito operativi. La prima esigenza è stata quella del sostentamento alimentare dei nostri ragazzi più fragili (soprattutto di Giuliano), ancor prima di rifornirli dei device per la didattica a distanza. Quindi abbiamo fatto una raccolta fondi fra noi per non rompere con tutti la relazione empatica. Il nostro obiettivo è non perdere i ragazzi”. A settembre come contrastare la dispersione scolastica? “Dal male il bene, diceva Sant’Agostino. – continua a Radio 24 – Abbiamo avuto casi di ragazzi dispersi che di solito vanno in giro. Questo isolamento forzato ha fatto in modo invece che cercassero un contatto umano con i docenti che hanno dispiegato tutte le loro energie. I ragazzi come i genitori. Ci sono stati genitori che non abbiamo mai conosciuto, che hanno partecipato alle nostre serate happening e comparivano nelle finestrelle dei computer. Ora faremo frequentare loro i corsi di educazione degli adulti. Così come i rom avranno i tablet per fare didattica a distanza. Le chiamo le ‘meraviglie dell’imprevisto’”.

Martina Fuga, Coordown, a Uno, nessuno, cento Milan: “Non dimenticate i ragazzi con disabilità”

“Chiediamo di non essere dimenticati, invece non si pensa ai nostri ragazzi e alle loro famiglie. I ragazzi sono totalmente in carico alle famiglie e in situazione di disabilità gravi le famiglie non ce la fanno. In momento come questi chi rischia di vedere negati i propri diritti sono proprio le persone più fragili. Aumentano improvvisamente le disuguaglianze”. Così a Uno,nessuno, cento Milan, parla Martina Fuga, responsabile comunicazione di Coordown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down) e mamma di Emma, nell’ambito del Radio Day di Radio 24 #lascuolaimpossibile?.

“La scuola è un esempio di come i nostri figli vengono lasciati indietro. La scuola italiana è un esempio di eccellenza rispetto ad altri paesi europei come legislazione, ma l’inclusione è ancora un miraggio nella pratica. Dobbiamo pensare che per i nostri figli non c’è solo la didattica, ma ci sono anche gli aspetti educativi che ora sono i più penalizzati. Vivo bene anche se mia figlia non impara il teorema di Pitagora, ma ho bisogno che lei continui ad allenare una serie di competenze relazioni e sociali che le serviranno di più del teorema di Pitagora. E poi la didattica a distanza li penalizza molto: non è possibile inviare ai nostri figli lo stesso materiale che viene inviato agli altri. I nostri figli hanno meno ore di sostegno e poi c’è una gran confusione per i ragazzi con disabilità intellettive a cui arrivano input da diversi strumenti. E’ veramente difficile. Mi chiedo come si possa pensare a loro. Nel Comitato di esperti del Miur non c’è un esperto che conosca il tema della disabilità”.

Gli studenti chiedono una maturità in presenza

Si attendono a breve le indicazioni sull’esame di maturità. E gli studenti avanzano le loro proposte. “Manca ancora la struttura dell’orale e chiediamo due cose” – spiega nell’ambito del Radio Day #lascuolaimpossibile? Paolo Notarnicola, della Rete studenti medi. “La prima è che bisogna evitare che la materia della seconda prova prenda il sopravvento, questo perché la materia di indirizzo può essere più difficile all’orale, come al liceo classico dove la traduzione in estemporanea è più difficile che in sei ore di prova scritta. Come seconda cosa, chiediamo che nel documento del 15 maggio dei singoli istituti si tenga conto degli studenti, perché ogni scuola ha situazioni peculiari”. Maturità a distanza o in presenza? “C’è un significato emozionale a farla in presenza. Penso sia anche più facile per gli studenti esprimersi guardando negli occhi l’insegnante e riuscendo a sentire il calore del momento”.

Radio 24: RADIO DAY #lascuolaimpossibile?

Le dichiarazioni del mattino:

“Sottovalutata la riapertura delle scuole” – “Non dimenticate i ragazzi con disabilità” – “Altro che device. ll primo problema è stato far mangiare i ragazzi”- “Non dimenticate i ragazzi con disabilità” – gli studenti: “Chiediamo una maturità in presenza”

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