Come ogni anno anche questa volta si festeggerà il 25 aprile come data della liberazione dal nazifascismo.
Nei giorni antecedenti il 25 si riprendono, come al solito, iniziative e propositi con il solo scopo di ammantare di retorica un momento storico che non per tutti gli italiani è stato uguale.
La Sicilia, doverosamente, ricorda quella data come l’ultimo tentativo, quasi riuscito, per ottenere l’indipendenza e tornare ad essere Nazione.
Da ormai 75 anni in Sicilia il 25 aprile dovrebbe essere ricordato per il mancato ottenimento dell’indipendenza, barattata con l’Autonomia Costituzionale Siciliana, strumento perfetto se applicato per intero, ma dannazione e castigo nei fatti per la sua mai totale applicazione.
Il separatismo post bellico è un fenomeno strettamente legato al periodo 1943-47 ed all’arrivo degli anglo-americani che furono accolti nella nostra isola con un manifesto che annunciava ai siciliani la decadenza della monarchia, l’abbandono della fedeltà dei siciliani all’unità nazionale e si chiedeva agli Alleati di proclamare la Repubblica Siciliana.
Ma le forze politiche unioniste nazionali, pur di non perdere definitivamente la Sicilia, d’accordo con il Governo Alleato Anglo/Americano concessero alla Regione Siciliana l’autonomia costituzionale, che era sulla carta talmente ampia che, giustamente, osservò qualche esponente separatista, poteva essere più che l’indipendenza richiesta, solo se i componenti dell’Assemblea Regionale avessero avuto il coraggio di rompere, pur restando unitari, i legami di una sudditanza psicologica nei confronti dei poteri romani.
Tutto questo non avvenne, ed oggi il Sinalp Sicilia invita i nostri rappresentanti politici ad essere più presenti in difesa dei diritti dei siciliani ed a non barattare il loro potere con concessioni, sempre più ampie, allo Stato Centrale Italiano.
Purtroppo onestà intellettuale vuole che si ammetta che in politica ha sempre prevalso l’interesse privato di una classe dirigente, quella politica isolana, che non ha mai avuto remore a “svendere” la Sicilia a chiunque a patto che venissero garantiti e conservati i propri privilegi.
Quindi il 25 Aprile per i Siciliani è, non la festa della liberazione, ma il ricordo dell’ultimo anelito di indipendenza e da allora in poi solo il niente, fino al 2020 anno in cui subiamo anche l’infamante, razzista, vigliacca e falsa accusa di essere “INFERIORI” rispetto alle grandi menti nordiche e quasi quasi, colpiti dalla sindrome di Stoccolma, gli diamo ragione leggendo di diversi meridionali “accasati al nord” che cercano di motivare con spiegazioni di bassa lega, più o meno psicologiche ed economiche, un diverso significato ad un aggettivo chiarissimo.
La Direzione Sinalp Sicilia
Dr. Andrea Monteleone