Ho più volte dimostrato con argomenti a mio parere inconfutabili, l’inconsistenza dei motivi addotti dalla Chiesa per negare alle donne l’accesso al sacerdozio. E non mi stancherò di ripetere che non esiste nessuna ragione seria per impedire ad una donna di diventare sacerdote. L’ostacolo insormontabile, almeno fino ad oggi, è l’ostinazione degli uomini della Chiesa, il loro maschilismo più o meno consapevole. Il loro sessismo, più o meno consapevole. Credo che il prete e scrittore Mauro Leonardi, sappia che le ragioni addotte dalla Chiesa lasciano il tempo che trovano, e così, sul blog “Come Gesù”, ricorre ad un argomento diverso per giustificare la posizione della Chiesa. Argomento cui aveva già fatto cenno nel luglio del 2014, quando ebbe a scrivermi: “Io credo che nella chiesa ci siano due mani, due componenti che sono il sacerdozio e la profezia. Il primo è maschile e il secondo è femminile. Gesù ha affidato il sacerdozio ai maschi e la profezia alle donne: per questo sono loro ad annunciare la resurrezione”. Al che io risposi, tra l’altro: “Mauro, in realtà, il primo componente è maschile e il secondo è maschile e femminile… L’errore grave è di considerare le persone secondo il genere cui appartengono, e non secondo la loro intelligenza, il loro pensiero, il loro cuore”.
Adesso, don Mauro, è tornato sull’argomento, dichiarando, tra l’altro: “La donna, per come è fatta, sa cogliere i sogni… e in particolare i sogni di Dio… la donna incarna la profezia”. E allora? Ammesso e non concesso che le donne più degli uomini sappiano cogliere “il sogno profondo contenuto nella realtà”, perché mai questo dovrebbe essere un motivo per escluderle dal sacerdozio? Che ragionamento è?
E’ triste costatare che ancora oggi, nel terzo millennio, si possano fare discriminazioni in base al sesso, ancora più triste è costatare che queste discriminazioni si attribuiscano con sconcertante disinvoltura a Dio, oppure si facciano in nome di Dio.
Renato Pierri