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Il Decreto Liquidità non blocchi i provvedimenti in atto grazie alla Legge Salva Suicidi. L’appello di Legge3.it

Il Decreto Liquidità non blocchi i provvedimenti in atto grazie alla Legge Salva Suicidi. L’appello di Legge3.it

Bertollo (Legge3.it): “Il DPCM del 9 aprile prevede il rinvio del Nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’insolvenza, con buona pace di molti imprenditori, ma rischia di bloccare anche i procedimenti di esdebitazione di migliaia di persone”

Il DPCM del 9 aprile 2020, noto anche come Decreto Liquidità, prevede il rinvio integrale del Nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’insolvenza, originariamente prevista per il 15 agosto 2020. Un provvedimento indispensabile in questo momento di forte crisi economica, i cui effetti si faranno sentire ancora per molto tempo, con la maggior parte delle aziende che si sarebbero trovate in difficoltà nel rispettare le scadenze, risultando insolventi in base alle norme in esso contenute.

Una scelta saggia, che, però, non tiene conto di alcune eccezioni importanti, come spiega in una nota Gianmario Bertollo, fondatore di Legge3.it, associazione che aiuta cittadini ed imprenditori ad uscire dai debiti, grazie agli strumenti introdotti con la legge numero 3 del 2012, nota anche come Legge Salva Suicidi, che prevede percorsi agevolati per l’esdebitamento.

In detto Codice è inserita anche la ‘nuova Legge 3 del 2012’ o più precisamente le ‘Procedure di composizione delle crisi di sovraindebitamento’. In queste norme, l’accesso all’attuale Legge 3 è agevolato e semplificato rispetto all’attuale legge sul sovra indebitamento e, quindi, sarebbe importante anticiparne l’entrata in vigore e non rinviarla di un anno. Tale provvedimento si renderebbe ancor più urgente alla luce dell’attuale crisi sanitaria che avrà potentissime ripercussione sull’economia di piccoli imprenditori, artigiani, commercianti e privati cittadini.

Inoltre, nel primo DPCM in cui sono state sospese le rate dei mutui e delle tasse, ci si è completamente dimenticati di quelle persone che, grazie alla Legge 3 del 2012, stavano pagando le rate di un Piano del Consumatore o di un Accordo con i Creditori, grazie al quale, una volta restituita la somma stabilita dal giudice, potranno ripartire da capo, liberi dall’incubo di debiti e creditori.

Queste persone, già provate dal sovraindebitamento ma che cercano di mettersi in regola aderendo ai benefici della Salva Suicidi, vedono i loro sforzi non considerati, venendo equiparati a coloro che non stanno facendo nulla per mettersi in regola nei confronti dei creditori. Inoltre, avendo il Governo bloccato anche le esecuzioni, quindi aste e pignoramenti, chi ha debiti sta paradossalmente sperando che l’emergenza Covid19 duri più a lungo possibile.

Ufficio stampa

Alessandro Maola

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