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HO VOGLIA DI RIDERE, DI SUONARE E DI FARE COSE FORNITECI DA MADRE NATURA…

So di destare un po’ di meraviglia già dalla lettura del titolo, ma so altrettanto, ed in maniera convinta e certa, che tanti altri la pensano come chi sta ora scrivendo. So altresì che, le costrizioni riconducibili alla situazione che stiamo vivendo, hanno drasticamente e fortemente determinato uno shock esistenziale che, giorno dopo giorno, ha inibito e sta inibendo tutti gli atteggiamenti che sino a poche settimane fa eravamo abituati ad osservare per poi materializzarli e svilupparli in base alle varie impostazioni di vita che da tempo ormai ci eravamo costruite, sia dal punto di vista lavorativo, ma anche strettamente di piacere.

Dalle predette consapevolezze, mi par di aver osservato per quanto mi riguarda, ma forse interpretando un pensiero collettivo, che è venuta a mancare la voglia di ridere quando prima, anche per stemperare i problemi della quotidianità, si cercava in qualche modo di ridere, magari strappando una risata…di cortesia anche ad altri, ma il quadro esistenziale oggi sembra riservare solo notizie  che parlano di malati, decessi e contenziosi fra gli stessi operatori della scienza medica, tanto da dover andare alla continua ricerca in tv dei vari Totò, Banfi e persino Stanlio ed Olio che,  ci fanno sì ancora ridere, ma non certo con quell’intensità genuinamente schietta di qualche tempo fa, e ciò, facendo continui slalom fra un’emittente e l’altra. Realtà questa che, in pochi giorni, ha determinato, a seconda dei soggetti,  stanchezza, malessere fisico, apatia, astenia, irritabilità, ma anche calo di qualsiasi desiderio, per certi versi, anche quello delle effusioni amorose, aspetto importante della vita a qualsiasi età.

A me, personalmente, e lo dico perché ho sentito altre persone del mio stesso standing sociale,  abituato come ero, oltre a fare tante altre cose, oltre a mettermi al pianoforte, all’organo o anche alla  fisarmonica,  o fare il giornalista, allo scopo di materializzare passioni che nutro da anni, è venuto meno, per fortuna non del tutto ma con la certezza di ripristinarlo non appena questa maledetta pandemia se ne sarà andata, il desiderio che prima mi spingeva a fare tutto ciò.  Evidentemente, anche il fare musica o altro, richiedono serenità, tranquillità  che, in questo periodo, sono lungi da tutti noi.

Detta constatazione si lega inevitabilmente anche ad altre che, se proprio non hanno la stessa fisionomia delle precedenti, hanno pur sempre una forte valenza per vivere sereni ed in salute:  è inutile nasconderci dietro ad un paravento di ipocrisia per dire che anche l’aspetto sessuale, e non solo sotto l’aspetto fisiologico, gioca un suo ruolo importante, capace di offrire un apporto psico-fisico alle varie sfaccettature dell’esistenza. Purtroppo, anche questo aspetto, sembra essere stato ossidato dalla situazione pandemica che, come detto dianzi con riferimento alla  musica, pare che pure esso  abbia a risentirne. Non a caso, un mio amico medico di Venezia, diceva che, per certe cose, non bisogna avere pensieri…  Ah…dimenticavo: che dire dei ragazzi che hanno la fidanzata fuori e non possono muoversi…

Quanto ho scritto dianzi  non vuol costituire una sorta di auto-anamnesi sul mio nuovo modo di esprimermi psicologicamente e fisicamente, ma pretenderebbe di interpretare virtualmente, semmai comparandola, la situazione nella quale si trovano anche coloro che avranno la bontà di leggermi. Insomma: un’analisi sociologica all’acqua di rose da parte di un non sociologo…

Arnaldo De Porti

(Belluno-Feltre)

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