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ED ALLA FINE LE MIE PERPLESSITA’ SULLA SANITA’ LOMBARDA ERANO E SONO TUTTORA FONDATE?

Da qualche tempo accuso stanchezza psicologica riconducibile a questa maledetta pandemia che, per il momento, sembra protrarsi sine die…se ci sarà una scadenza. Per questo, dopo la scrittura degli articoli di routine quotidiana, mi riprometto ogni volta di impegnarmi in altre cose valide  che ho la fortuna di poter praticare sia fisicamente che culturalmente, ma devo soprassedere dal farlo in quanto lo scrivere per me costituisce una sorta di “droga” che mi fa sentire ancor più vivo, ed in questo contesto, anche la pandemia in atto sembra aver sviluppato una maggiore energia volta a capire, criticare, osservare, ma anche a dire la mia, atteso che la scienza medica, in questo particolare momento, sembra navigare a vista senza peraltro intravvedere un porto su cui sbarcare…

Sull’argomento pandemia ho scritto tante di quelle pagine in uno-due mesi, anche su questo giornale, da poterle assemblare in un grosso volume, di  stazza pari a quella di un grosso vocabolario.

E vengo a quanto voglio dire, in linea col titolo di questo articolo.

L’altro giorno, ho espresso pubblicamente delle forti perplessità sulla sanità lombarda, turbato come ero e tuttora sono, sul gran numero, purtroppo impressionante, di decessi. Davo anche una qualche probabile motivazione su questi decessi imputandoli tout court a mala sanità per inesperienza, pronto a chiedere subito scusa ufficialmente in veste di giornalista. Dicevo, in sintesi, che intubazioni e rianimazioni servono a poco, o addirittura sono di pregiudizio per i ricoverati, ove anziché tentar di sciogliere (ove possibile) le trombo- embolie di coloro che si presentano  al pronto soccorso con deficienza respiratoria,  si proceda subito praticando loro la ventilazione ai polmoni già infiammati che, trovandosi essi in una condizione di trombo embolia venosa generalizzata, una sorta di stenosi (?),  non reggono alla ventilazione: esattamente come volessimo far passare dell’aria forzata attraverso un tubo strozzato in più parti, se non addirittura strozzato del tutto, col risultato di far morire ancor di più i pazienti  (9 su 10 ha detto un sanitario ligure ) del quale, come giornalista, non son tenuto a fornire la fonte.

Le mie perplessità aumentano quando penso che la sanità lombarda è stata definita una delle migliori in europa, ma decisamente smentita nel caso di specie che, per quanto nuovo e difficile, mi fa supporre che, anche la politica di un paio di decenni addietro sia corresponsabile. Immaginate cosa sarebbe successo se quanto è avvenuto in Lombardia fosse successo in regioni minori…, come minimo sarebbero state commissariate come qualcuno ha proposto di fare oggi per la Lombardia, definendo gli apici  della sanità lombarda degli emeriti veri incapaci, come ho letto oggi, papale papale,  anche su Politicamentecorretto.  Io aggiungerei, fatte salve le eccezioni che pur ci sono !

Una mia amica molto importante, l’on.le Rosy Bindi, durante una sua visita a Belluno quand’era Ministro della Sanità, ebbe a dirmi : “Ricordati che la buona sanità sta nella classe media degli operatori sanitari e non su coloro che siedono  su nicchie dorate…ecc.ecc”

Domanda: “Non sarà proprio questo il dramma, non certo asettico rispetto alla politica pregressa ed attuale,  che sta vivendo la Lombardia ?”

Mi si consenta di nutrire una qualche convinzione…

Arnaldo De Porti

(Belluno-Feltre)

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