Accanto agli “invisibili”

 

Accanto agli invisibili

 

L’emozione di un concerto dal vivo, la commozione durante uno spettacolo teatrale, le risate per un bel film, lo stupore di fronte a un’opera d’arte, la malinconia per la fine di un romanzo di cui ci siamo innamorati.

Tutti noi abbiamo provato almeno una di queste sensazioni. E per questo dobbiamo esser grati a tutti coloro che le rendono possibili: i lavoratori della cultura.

 

Fondazione Fitzcarraldo è accanto ai lavoratori culturali. Siamo vicini e attivi nel sostegno dei più deboli, autonomi e intermittenti, per adottare misure concrete di mitigazione degli effetti della crisi Covid-19.

Durante queste settimane di emergenza, abbiamo continuato a interrogarci sul nostro ruolo all’interno del dibattito, nato da una situazione surreale che non ha precedenti nel dopoguerra e in cui mai avremmo pensato di trovarci.

Ispirati dalla nostra visione e in virtù delle nostre competenze abbiamo elaborato una nota che ha l’obiettivo di portare all’attenzione del Governo il tema dei lavoratori del mondo cultura “invisibili” ovvero con forme contrattuali particolari che non sono, ad oggi, oggetto di ricognizione e di specifici interventi di sostegno quanto mai necessari.

La frammentazione del mondo culturale, composto in larga parte da piccole e micro imprese e caratterizzato da forme contrattuali precarie, costituisce una tassonomia difficile da far rientrare nei provvedimenti di aiuto e sostegno in fase di crisi, necessari tuttavia per la salvaguardia di questo ecosistema. Il D.L. 18/2020 “Cura Italia” del 17 marzo denota tutta la difficoltà dei decisori nell’interpretare le molteplici necessità del comparto. Per questo abbiamo ritenuto indispensabile supportarli nell’individuazione di aree di esclusione che potrebbero emergere nei provvedimenti di sostegno e aiuto.

Il nostro impegno è quello di provare a far tesoro di questo tempo di sospensione per immaginare un futuro più sicuro a tutti coloro che con grande passione e sacrificio lavorano in questo settore.

Leggi il testo integrale della nota

 

 

La cultura al tempo del Covid-19.

Al via la seconda fase del monitoraggio dell’OCP

 

Anche nel caos le approssimazioni non sono ammesse.

Il Coronavirus ha colpito violentemente il mondo della cultura. In molti si stanno chiedendo quali siano le reali perdite economiche, auspicando allo stesso tempo programmi di intervento straordinario per tutti coloro che ne fanno parte. In questo contesto, una necessità si è prospettata sin da subito: quantificare le perdite, anche al fine di orientare le politiche. Su questa scia si è mossa l’indagine dell’Osservatorio Culturale del Piemonte, che ha da poco terminato la prima fase del monitoraggio sugli effetti del Covid-19 nella prima settimana di chiusura del comparto culturale, dal 24 febbraio al 1 marzo a cui hanno contribuito con le loro risposte ben 460 realtà piemontesi.

Un primo contributo conoscitivo per ristabilire basi solide su cui ricostruire il “post emergenza”. Al link di seguito è possibile visualizzare il cruscotto navigabile dell’Osservatorio che restituisce in sintesi i dati rilevati nella prima fase.

 

Visualizza il report

 

In partenza oggi la seconda fase, sempre diretta al comparto culturale piemontese, che prenderà in considerazione il periodo che va dal 2 marzo al 3 aprile 2020.

In questa seconda rilevazione sono state aggiunte alcune importanti dimensioni legate alle ricadute economiche sulla dimensione lavorativa dovute agli effetti delle ordinanze restrittive e le strategie che in questo periodo i diversi operatori stanno adottando per restare vicini ai propri pubblici. Il nuovo questionario per gli operatori piemontesi è accessibile qui.

 

Assieme al Piemonte anche le Regioni Emilia-Romagna, Puglia e Toscana con la collaborazione dell’OCP hanno attivato rilevazioni ad hoc sui propri territori, che permetteranno di avere informazioni confrontabili su scala sovraregionale.

 

 

Stiamo a casa, ma non ci fermiamo

 

Tutte le attività della Fondazione proseguono, continuiamo a partecipare, a riscoprire la nostra voce e quella degli altri in forme diverse.

Noi stiamo a casa, ma non ci fermiamo.

 

Quando avrete spento il pc e allontanato il telefono, spostate la scrivania e mettetela di fronte ad una finestra, al sole. Cambiate prospettiva, sperimentate punti di vista nuovi, guardate in modo diverso lo spazio, rivalutate il tempo.

Sistemate tutti i biglietti di treni, aerei, cinema, musei, teatri e provate a rivedere quello che avete vissuto o, semplicemente, fate una lista delle cose che vorreste fare, quando tutto sarà alle spalle.

Perché lo sarà presto, se tutti saremo disposti a rinunciare a qualcosa, per scoprirci diversi e magari migliori.

 

Proviamo a coltivare questo tempo e, nel frattempo, restiamo vicini.

La Fondazione.

 

Siamo raggiungibili come sempre via mail e al telefono.

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