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Gli strumenti per ridurre il rischio di contagio nelle carceri ci sono

“La prima morte di un detenuto positivo al coronavirus non lascia spazio per altri interventi di facciata e temporeggiamenti. La salute di detenuti e agenti di polizia penitenziaria deve essere tutelata facendo il massimo di ciò che è possibile. Sappiamo che il sistema penitenziario italiano è inadeguato a gestire un’emergenza sanitaria di questa portata. Il Governo lo sa. Intervenga in modo risolutivo. Oppure esistono dei cittadini di serie B il cui diritto alla salute è messo in secondo piano? Lo Stato deve garantire a tutti, senza discriminazioni, il pieno accesso al diritto alla salute” dichiarano Massimiliano Iervolino e Giulia Crivellini, Segretario e Tesoriera di Radicali Italiani.

“Gli strumenti per ridurre il rischio di contagio nelle carceri ci sono: occorre creare delle task force di magistrati e di personale amministrativo per smaltire le istanze pendenti e concedere le misure alternative previste dalla legislazione vigente. Inoltre le misure stabilite dal Cura Italia devono essere ampliate: interessano un numero di detenuti del tutto insufficiente rispetto all’emergenza sanitaria e di legalità cui assistiamo”.

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