Il Coronavirus e l’omino del prosciutto

Il Coronavirus e l’omino del prosciutto
C’è chi, pur dispiacendosi, ovviamente, per la sofferenza di tante persone, non può fare a meno d’esser contento. L’omino del prosciutto, ad esempio. L’omino del prosciutto è contento. Non è un omino, in realtà, è di statura normale, lo chiama così mia figlia e così abbiamo finito per chiamarlo in famiglia. Vende del prosciutto buonissimo. Quando rientravo dalle mie belle passeggiate mattutine, passavo davanti al suo negozio e vedendolo solo, meditabondo, appoggiato al bancone, mi faceva una certa pena e mi chiedevo come facesse a resistere, a non fallire, a non chiuderlo il negozio. E adesso? Adesso lo vedo sempre girato di spalle, intento ad affettare prosciutti e mortadelle. Poiché nel negozio si entra uno per volta, ci sono sempre quattro, cinque persone fuori ad aspettare. “C’è gente fuori che aspetta”, gli ho detto stamattina. “Meno male, meno male”, è stata la risposta. Vende roba buona, e perciò immagino che, passata la bufera, molti continueranno a servirsi da lui. E’ cambiato il vento, e l’omino del prosciutto è tanto contento. Così va il mondo.
Renato Pierri

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