Barbuto (M5S Camera) – Una riflessione sulla giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Ed anche quest’anno è arrivata la primavera. Incurante delle tragedie umane, come quella che stiamo vivendo in questi giorni, il tempo passa, inesorabile, e le stagioni continuano ad alternarsi. Dopo l’inverno freddo, buio e cupo, dopo il letargo della natura, la vita ricomincia a colorarsi e tutto annuncia la speranza di un nuovo inizio. Non è un caso, a mio avviso, che il Parlamento italiano abbia deciso di istituire, proprio in questa data, la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Una giornata in cui, ricordando nomi e volti noti e meno noti che hanno sacrificato la loro vita nella lotta contro la mafia, dovremmo tutti rinnovare simbolicamente, ma altrettanto convintamente, il nostro impegno contro questo subdolo e perfido mostro dalle mille teste capace, come tutti i parassiti, di adattare la propria maledetta esistenza all’organismo sano in cui si insinua e dal quale trae linfa vitale fino a condurlo alla morte. Non spara più, infatti, la mafia come faceva un tempo. Ha abbandonato le azioni eclatanti di guerra ed ha scelto di perseguire i propri intenti criminali diversificando i propri metodi. Tattiche diverse, ma altrettanto devastanti, direi quasi scientifiche. Quotidianamente, infatti e grazie alle operazioni di Magistrati onesti e coraggiosi coadiuvati dalle Forze dell’Ordine, apprendiamo di questa evoluzione perversa e ormai diffusa.
Apprendiamo di un sistema che tenta di estendersi e consolidarsi sempre di più, grazie alla corruzione e alla collusione che hanno progressivamente rubato la scena alle armi e che fanno, sicuramente, meno rumore di quello provocato da un carico di tritolo o da una sventagliata di un mitra, ma non per questo sono meno pericolose. Anzi. Hanno consentito e consentono ogni giorno la costruzione di una ragnatela fitta di complicità che soffoca la vita di tutti e ad esclusivo vantaggio di pochi beneficiari e beneficiati dal sistema. E le vittime aumentano a dismisura, talvolta si consegnano volontariamente al sistema, lieti di pascere ( si pascere, come pecore) le briciole che cadono dalla tavola di taluni personaggi, punte di diamante del sistema, che intanto hanno realizzato veri e propri imperi economici ed un esercito di sudditi, più o meno consapevoli, che non sono riusciti, in un passato neanche tanto lontano, a raggiungere con le armi.
Ogni giorno. Tutti noi possiamo essere condannati a morte, una morte non fisica, ma sociale. Facciamo allora in modo che ogni giorno sia il 21 marzo. Che ogni giorno ci si possa alzare e fare il proprio dovere nella più cristallina trasparenza e legalità nel ricordo di chi la vita l’ha persa davvero per consegnarci un mondo migliore in cui far vivere i nostri figli. Non accettiamo favori da nessuno. Non consentiamo che i nostri diritti ci vengano gabellati come favori. I favori ti danno, forse, l’illusione di essere arrivato prima di altri , ma prima o poi il conto torna indietro e senza accorgertene anche tu sei entrato nel sistema. Solo così, solo seguendo le regole, si è veramente liberi e si può porre un argine al cancro della mafia, di questa nuova mafia che magari ha un volto amabile, ma sotto la maschera conserva sempre il ghigno beffardo della morte.
La libertà ha un valore inestimabile. E non è poco, è tutto.
Elisabetta Barbuto (M5S Camera)

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