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UN GRAZIE A CHI LAVORA PER NOI, E SONO TANTI CHE FORSE NON VENGONO NEANCHE IN MENTE ALLA PUBBLICA OPINIONE, LA QUALE, ATTENUANTE MINIMA, NE HA ABBASTANZA DA PENSARE ANCHE PER CONTO SUO..

Che il momento non dia tanto spazio per guardare nella porta accanto di chi in preda all’ansia, ma anche di chi sfortunatamente è andato oltre all’ansia, ciò costituisce una realtà che non sfugge ai nostri occhi ormai da alcune lunghe settimane. Con questo non voglio dire che siamo insensibili verso chi sta peggio di noi, anzi!, ma vorrei semplicemente cercare una motivazione a questo “status quo” adducendo che , tutti in questo momento, sono-siamo impossibilitati a muoverci e, diciamocelo sinceramente, abbiamo anche una certa paura di essere contagiati da conoscenti ed amici magari asintomatici, senza pensare che lo potremo essere anche tutti noi senza saperlo.
Al di là di questo necessario preambolo, il mio pensiero va subito alla classe medica e, con essa, a tutto il suo entourage di ogni ordine e grado, persone tutte che, non avrebbero mai, neppure minimamente, ipotizzato di trovarsi in questa situazione senza precedenti, e per di più, costellata di pericoli per la loro stessa vita. Immaginiamo per un solo istante di essere nelle loro condizioni: se non è altruismo il loro, altro termine non si può usare nella sua vera accezione, aggiungendo che la loro missione, in questa tragica realtà… para-apostolica, sarebbe da portare agli altari senza la prassi che investe il diritto canonico per decretare la santità !
E che dire anche dei necrofori che, pur essendo abituati a questa infelice funzione, ora si trovano pure loro in una seria difficoltà tanto da dover improvvisare il da farsi ? Spesso non osservando le prassi che stanno alla base dei riti religiosi, trasferendo i deceduti direttamente nei crematori con il supporto dei militari a cui va, pure a loro, la gratitudine schietta e sincera degli Italiani ? Si immagini anche lo strazio delle famiglie che, improvvisamente, si sono trovate nella condizione di non vedere e salutare i loro cari !
Penso che guerra contro il virus sarà lunga anche dopo una potenziale sperabile dichiarata stasi infettiva e, nella speranza che magari si possa dischiudere anche prima una nuova parentesi all’insegna di un po’ di serenità volta a rallentare le ansie ormai collettive, io penso, anzi proporrei sin d’ora, di assegnare a tutti coloro che hanno dato animo e corpo per assistere i malati, una benemerenza al valor civile. Così come è stata assegnata, sia pur in un altro tipo di calamità naturale, per tutti i soccorritori del disastro del Vajont che ha causato in un colpo solo oltre 2.000 morti, tragedia che ho vissuto in prima persona come “soccorritore” e per la quale, ancor oggi, mi chiedo dove mai abbia trovato il coraggio, se non nelle risorse dell’allora giovane età.
Accostamento tragico che, per quanto mi riguarda, non può che portare ad una seria riflessione sulla caducità delle cose e, ancor peggio, della condizione umana.
ARNALDO DE PORTI
Belluno-Feltre

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