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La lotta dell’UE alla disinformazione sotto la lente della Corte

Lussemburgo, 17 marzo 2020

In un audit appena intrapreso dalla Corte dei conti europea vengono esaminati gli sforzi profusi dall’UE per contrastare la diffusione di informazioni incontestabilmente false o fuorvianti attuata a scopo di lucro o con il fermo intento di ingannare i cittadini, arrecando un potenziale pregiudizio pubblico. La Corte valuterà il piano d’azione dell’UE contro la disinformazione in termini di pertinenza, risultati finora conseguiti e quadro di rendicontabilità. L’esame riguarda la capacità delle task force StratCom istituite dal Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) di contrastare la disinformazione, l’istituzione del sistema di allarme rapido, il codice di buone pratiche sottoscritto dalle piattaforme online e da altri organismi, nonché i progetti e le iniziative UE per sensibilizzare i cittadini e migliorare la resilienza della società.
La comparsa di Internet, dei social media e delle nuove tecnologie digitali ha rivoluzionato il modo in cui le persone vengono informate e comunicano. Al contempo, ciò ha anche comportato sfide crescenti, quali l’accesso e l’uso non autorizzato dei dati, nonché una rapida amplificazione dei contenuti ingannevoli. Argomenti sensibili come la migrazione, i cambiamenti climatici e le problematiche sanitarie sono spesso utilizzati per orientare l’opinione pubblica in una determinata direzione.
“Qualsiasi tentativo di distorcere o manipolare consapevolmente e con intenti dolosi l’opinione pubblica può rappresentare una grave minaccia per l’Unione stessa”, ha affermato Baudilio Tomé Muguruza, il Membro della Corte dei conti europea responsabile dell’audit. “I cittadini dell’UE devono sapere se il piano d’azione dell’UE contro la disinformazione sia efficace”.
È necessario che la lotta alla disinformazione trovi il giusto equilibrio fra la salvaguardia della democrazia nell’UE, da un lato, e la tutela dei diritti fondamentali della libertà di espressione e del pluralismo dei media, dall’altro. Stando al SEAE, la più grave minaccia per l’UE risiede nella disinformazione di origine russa, ma anche altri paesi terzi hanno iniziato ad attuare strategie analoghe.
Nel 2015 è stata istituita la task force “East StratCom” per contrastare le campagne di disinformazione costantemente condotte dalla Russia. A giugno 2017 il SEAE aveva istituito altre due task force: una relativa ai Balcani occidentali e l’altra riguardante l’area meridionale per i paesi del Medio Oriente, dell’Africa settentrionale e della regione del Golfo. Nel settembre 2018 è stato pubblicato il codice di buone pratiche, un insieme di impegni alla autoregolamentazione volontaria assunti dalle piattaforme online e dall’industria pubblicitaria per accrescere la trasparenza della propaganda politica, rafforzare la chiusura di account finti e demonetizzare gli incentivi a diffondere disinformazione.
Nel marzo 2019 la Commissione e l’Alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, in collaborazione con gli Stati membri, hanno istituito un sistema di allarme rapido per rafforzare la cooperazione e il coordinamento tra tutti gli attori coinvolti nella lotta alla disinformazione.
Il piano d’azione dell’UE è teso anche a garantire la sicurezza delle elezioni europee, nonché a sostenere verificatori dei fatti e ricercatori indipendenti e interdisciplinari, promuovendo al tempo stesso l’alfabetizzazione mediatica. Stabilisce il percorso per riunire le forze degli Stati membri e delle istituzioni dell’UE al fine di potenziarne le capacità e contrastare attivamente la disinformazione. Gli Stati membri hanno invocato una revisione e un aggiornamento periodici di tale piano.
Note agli editori
La Corte ha pubblicato oggi una rassegna preliminare all’audit sul piano d’azione dell’UE contro la disinformazione. Il testo integrale della rassegna è disponibile in inglese su www.eca.europa.eu.
Questo tipo di documento fornisce ragguagli su un compito di audit in corso e intende costituire una fonte di informazione per tutti coloro che sono interessati alla politica o ai programmi oggetto dell’audit.
La pubblicazione della relazione di audit è prevista nel 2021. La Corte ha esaminato in passato le sfide da affrontare per attuare un’efficace politica dell’UE in materia di cibersicurezza.

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