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Margherita Corrado (M5S Senato – Commissione Cultura) – Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane

Da un paio di mesi in qua, l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane e per le informazioni bibliografiche (ICCU) è a rischio estinzione. Non per la pandemia da COVID-19 ma a causa di un virus più subdolo e però altrettanto virulento: il delirio di onnipotenza. Sul presupposto, errato, di poter moltiplicare gli Uffici come i pani e i pesci, Franceschini si appresta a stipare nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma anche la neonata Direzione Generale Turismo, occupando 19 delle 32 stanze dell’ICCU. Invece di affrontare e risolvere la crisi organizzativa del prestigioso Istituto, causata dalla riduzione del personale al 50% della pianta organica, progetta di occupare le stanze ‘vuote’ (di addetti, non di materiali e strumentazione) con l’organico della nuova Direzione. Geniale! Se è questa la politica dei beni culturali, settore strategico per il Paese, duole constatare che mala tempora currunt sed peiora parantur. Quella delle nozze fatte con i fichi secchi, del resto, sembra essere la cifra distintiva dell’attuale gestione del Ministero, nonostante che, per ammissione dello stesso titolare, felix consul iterum, si tratti del principale tra i ministeri economici. È però il caso di sottolineare, in aggiunta, che una convivenza forzata tra due direzioni MiBACT che nulla hanno in comune la dice lunga sia sull’importanza – poca – riconosciuta dall’Amministrazione allo straordinario patrimonio bibliotecario italiano e al servizio che l’ICCU ha svolto e svolge, sia sulla capacità di prevedere le conseguenze delle proprie azioni nel lungo periodo, come si richiede a chi fa politica. Facile prevedere, con la consigliera metropolitana Gemma Guerrini (M5S), “l’interruzione di una attività imprescindibile per la ricerca nazionale e interazionale, con gravissimo nocumento per la cultura”; facile convenire che “la fruizione dei dati on-line e l’interconnessione sono modalità di cui la scienza moderna non può fare a meno e di cui perciò un Paese civile come l’Italia non può essere privato”. Una raccolta firme su Change.org è attiva da qualche giorno e sta accumulando consensi; speriamo che serva a far riflettere gli onnipotenti (o presunti tali) decisori ministeriali. Speriamo che, questa volta, ad illuminare le loro menti sia la luce della conoscenza del invece del bagliore dei 30 denari.

Margherita Corrado (M5S Senato – Commissione Cultura)

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