INDRO MONTANELLI, CORONAVIRUS ED ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’…

Da profano, pur affidandomi in toto alle severe prescrizioni della scienza sanitaria volte a combattere e, se possibile, come tutti si augurano, a debellare la patologia in atto che sta paralizzando il mondo sanitario, economico, agricolo e soprattutto il vivere quotidiano di tutti i cittadini, mi si permetta però di dubitare che questo maledetto virus provenga solo dal…pipistrello, come è stato detto all’inizio. Per onestà intellettuale, voglio pertanto dire che mi affido sì alla scienza ufficiale non già perché ne sia oggettivamente convinto, ma solo perché non saprei a chi altro affidarmi.
Da ignorante in materia quale sono, io penso che i virus siano in incubazione dappertutto e tutti i giorni e che, grazie alle precauzioni igienico-sanitarie che il mondo moderno assume ogni giorno, detti virus non possano sempre aver la meglio sull’organismo umano, eccezion fatta per alcuni.
Diverso è il discorso per le bestie soprattutto selvatiche, le quali, cibandosi con alimenti deteriorati, marci, misti anche ad escrementi, danno vita ad una miriade di virus patogeni che, alla fin fine, si riversano sull’uomo. Lo stesso discorso oggi vale anche per il bestiame “domestico” che non viene più nutrito con alimenti naturali, ma spesso con “pastoni”, all’interno dei quali la chimica, ma anche la sporcizia, fanno la loro parte a danno dell’uomo che si alimenta con le loro carni che acquista nei vari supermercati. Non è pertanto difficile immaginare, anche se a certi soloni della scienza, seduti nelle loro nicchie dorate ciò non passa nemmeno per l’anticamera del cervello, che quando un qualsiasi elemento patogeno passa giocoforza dall’animale all’uomo attraverso l’alimentazione, esso si radica in quest’ultimo come agente infettivo in grado di causare epidemie, pandemie e morte: qui si parla di zoonosi, di cui la scienza sembra essere appunto silente, mentre il contadino, ma anche lo scrivente, non certo con terminologia scientifica, ne parliamo invece ogni giorno.
Tornando al…pipistrello di cui in premessa, io penso che bisognerebbe prendere in considerazione ben altro genere di pipistrelli, vale a dire tutto ciò che questo mondo moderno globalizzato ci costringe a mangiare, realtà che, di questo passo, avrà come sbocco finale una pandemia globalizzata. Avete mai visto come vengono tenuti i maiali, rinchiusi in locali insani, uno a contatto con l’altro, quasi privi d’aria se non quella riveniente dai loro intestini, aria che si sente addirittura nelle strade passando in macchina, animali alimentati con tanti antibiotici, e quasi privi d’aria la cui carne dopo viene utilizzata per fare i..prosciutti che noi mangiamo; avete mai visto le galline d’allevamento a migliaia che non hanno spazio nemmeno per fare l’uovo; avete mai visto le trote, i branzini, le spigole che vengono alimentate in vasche in cui anche qui l’antibiotico fa la sua indiretta dannosa funzione in sede di alimentazione umana; avete visto come vengono irrorate di solfati le mele che poi ci vengono presentate bellissime nei supermercati (tanto la gente non capisce che sono avvelenate da anticrittogamici e si vendono meglio) ecc.ecc. Ora stanno prendendo provvedimenti per il Prosecco: come dire, ora stanno razionalizzando i veleni… insomma, chiudono le stalle quando i buoi sono scappati (interessi legati al fatto che Valdobbiadene (TV) è diventata per il vino Prosecco, patrimonio dell’Unesco ?
A me piace citare Indro Montanelli quando parlo di queste cose. Mi risuona sempre infatti nelle orecchie una sua frase che collocava in certi disgraziati eventi con riferimento al futuro: “ C’era da aspettarselo…”
Detto questo, se vuoi passando di palo in frasca, come si dice non solo in Veneto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dovrebbe badare di più ai…pipistrelli di turno, evitando che l’attuale classe medica, a cui tutti dobbiamo il nostro sincero ed urlato grazie, perché si sta oggettivamente prodigando oltre alle proprie forze per curare i malati di questa disgraziata situazione patogena, non abbia a farne le spese.
Arnaldo De Porti

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