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Senatori M5S Commissione Cultura

Siamo ancora un Paese democratico? Forse no. I membri della Commissione “Cultura” del Senato hanno titolo, ex FOIA, dunque utilizzando uno strumento a disposizione di tutti i cittadini, per chiedere al MiBACT di conoscere nome cognome e titolo in virtù del quale un funzionario ha gestito un importante ufficio pubblico diretto, coordinato e controllato dal dicastero di riferimento della commissione stessa? No. Secondo Lorenzo Casini, Capo di Gabinetto del ministro Franceschini, la risposta è no. In nome della riservatezza dei dati personali, i cinque senatori che hanno chiesto di vedere sia il curriculum dei partecipanti all’interpello del 23 settembre 2019 sia gli atti dai quali si ricava chi, quanto a lungo e con quale qualifica abbia retto la Soprintendenza speciale di Roma tra l’uscita di scena dell’arch. Prosperetti e il conferimento dell’incarico a Daniela Porro, il 18.10.2019, non hanno diritto alle informazioni richieste. Si fa forte, Casini, del parere del dirigente dell’ufficio Legislativo, che candidamente dichiara: “la richiesta è relativa a documenti contenenti dati personali, come tali sottratti all’accesso civico”. La pretestuosità dell’argomento addotto dal Capo di Gabinetto di Franceschini è emblematica di una gestione autoreferenziale e poco trasparente dell’Amministrazione dei Beni Culturali. Intanto, “Il nodo dell’interim ‘primavera-estate’ della dott.ssa Porro…resta intatto”, come si leggeva nella richiesta dei cinque senatori M5S successiva all’accesso condotto il 3 febbraio 2020, “e con esso il rischio di un possibile danno erariale sul quale è necessario fare piena luce”.

Senatori M5S Commissione Cultura
L. Angrisani, M. Corrado, D. De Lucia, B.L. Granato, G. Marilotti

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