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Il Servizio Sanitario Nazionale ha compiuto 40 anni

di Francesco S. Amoroso

In Italia prima della emanazione della legge n. 833 del 23 dicembre 1978, istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale(SSN), il diritto alla salute non era garantito a tutti i cittadini.
L’erogazione dei servizi sanitari si basava su varie mutue, diverse per ogni professione o attività che, previo versamento di una retta periodica, assicuravano il sostegno economico, nel caso di necessità, al lavoratore o alla sua famiglia.
Una sorta di moderna assicurazione sanitaria.
Il diritto alle cure mediche derivava quindi, non dal fatto di essere cittadino, ma dall’essere lavoratore o un suo familiare.
Queste associazioni non operarono a lungo perché dovettero affrontare una grave crisi finanziaria che portò al loro scioglimento.
La legge n. 833/1978, che nel 2018 ha compiuto 40 anni, ha riformato l’intera disciplina della sanità italiana, riordinando al contempo l’organizzazione ospedaliera del nostro Paese.
I principi fondamentali su cui si basa il SSN sono ispirati all’articolo 32 della Costituzione per il quale: “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
La legge stabilisce quindi, un principio di universalità, secondo cui vengono assicurate prestazioni sanitarie in via generale, senza distinzione di condizioni individuali, sociali e di reddito, realizzando così un principio di uguaglianza in virtù del quale tutti, a parità di bisogno, hanno diritto alle medesime prestazioni, secondo principi di globalità, per i quali non viene presa in considerazione la malattia in sé, bensì la persona in generale: ciò implica il collegamento organico di tutti i servizi sanitari di prevenzione, cura e riabilitazione.
L’articolo 2 della legge puntualizza in maniera dettagliata gli obiettivi del SSN che sono orientati alla formazione di una moderna coscienza sanitaria sulla base di un’adeguata educazione sanitaria del cittadino e della comunità.
Si favorisce la prevenzione delle malattie e degli infortuni in qualsiasi ambiente di vita e di lavoro, la diagnosi e la cura degli eventi morbosi, la riabilitazione degli stati di invalidità e di inabilità somatica e psichica, la promozione e la tutela della salubrità e dell’igiene dell’ambiente naturale di vita e di lavoro.
Particolare attenzione è riservata all’igiene degli alimenti, delle bevande, dei prodotti e degli avanzi di origine animale per le implicazioni che riguardano la salute dell’uomo, nonché la prevenzione e la difesa sanitaria degli allevamenti animali e il controllo della loro alimentazione.
Si introduce inoltre una disciplina della sperimentazione, produzione, immissione in commercio e distribuzione dei farmaci e dell’informazione scientifica sugli stessi, volta a garantire l’efficacia terapeutica, la non nocività e l’economicità del prodotto e si introduce altresì, la formazione professionale e permanente del personale sanitario, nonché l’aggiornamento scientifico e culturale degli operatori del SSN.
Alla legge 833 si deve infine l’istituzione delle USL (Unità sanitarie locali) cui viene concretamente affidata la gestione dell’assistenza sanitaria su tutto il territorio nazionale.
Vengono poi suddivise le competenze legislative tra Stato e Regioni.
Allo Stato viene riservato l’indirizzo e il coordinamento delle Regioni in materia sanitaria mentre le Regioni stesse possono legiferare in materia secondo le proprie competenze e nel rispetto dei principi legislativi statali, definendo i livelli essenziali.
I cittadini, attraverso contributi e tasse, forniscono allo Stato risorse finanziarie che in seguito alla programmazione economica triennale vengono ripartite alle Regioni, le quali a loro volta le riversano alle USL.

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