Roma, 5 aprile – Cosa può apportare la psicoanalisi ai disturbi dello spettro autistico? “Ci sono stati dei momenti di grande confusione- commenta Antonio Di Ciaccia, presidente dell’Istituto Freudiano- un conto è la psicoanalisi come esperienza sul divano, cosa assolutamente esclusa per i bambini con autismo. Un’altra cosa è quello che la psicoanalisi è riuscita a darci come sapere sul funzionamento della macchina inconscia, dello psichismo”. Lo psicoanalista approfondirà questo argomento a Roma il 6 aprile, nel corso della giornata studio 'Plasmare la complessità, autismo tra mente e corpo’. L’evento è organizzato dall'Università degli studi La Sapienza, l'Istituto di Ortofonologia (IdO) e l'Osservatorio italiano studio e monitoraggio autismo (Oisma) nell'Aula Gerin de La Sapienza, in viale Regina Elena 336 dalle 8.30 alle 16.30.
“Si è parlato molto di altre forme di terapie che puntano sull’adattamento, l’educazione e altro. Perché no?- afferma Di Ciaccia- Puntano tutte su un’educazione o una terapia che io chiamerei ‘paterna’: è quello che avviene in ogni famiglia. Ogni famiglia è una zona terapeutica, ma per certi bambini accade che questa zona terapeutica familiare non è sufficiente, ed è proprio lì che la psicoanalisi può fornirci delle idee precise su come superare le impasse”.
Per lo psicoanalista è importante capire “come mai avvengono dei blocchi che sono al di fuori del desiderio dei genitori. I genitori non sono responsabili, vogliono che i figli stiano bene- chiarisce il presidente dell’istituto Freudiano Lacaniano- allora bisogna vedere come mai si verifica a un certo punto qualcosa che blocca. Su questo la psicoanalisi può darci delle indicazioni precise”, conclude.
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