Il 27enne di fede islamica che ha sgozzato un ragazzo torinese è stato chiarissimo "L’ho ucciso perché aveva un’aria felice”.

Nonostante la chiarezza del movente, la totalità dei commentatori non l'ha creduto! Gli espertoni hanno liquidato il fatto con le classiche categorie della psichiatria: disperazione, abbattimento, disagio, sconforto, etc. A nessuno sono saltati in mente due “semplici” dettagli. Il primo è l'atto dello sgozzamento, vale a dire una pratica tipicamente islamica riservata agli infedeli. Il secondo è da ravvisare nella “cultura” islamica. Bin Laden, parlando della sua religione, soleva ripetere che “Noi amiamo la morte come voi amate la vita”. La frase è stata ripresa da vari islamisti omicidi e suicidi. L'assassino Said Machaoua, consciamente o meno, rispecchia tale cultura. Una cultura non sganciata dalla religione, anzi, dettata innanzitutto dalle prescrizione delle sure, dove la felicità è messa al bando e l'intolleranza verso i “politeisti” una regola di vita.

Gianni Toffali

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