Calabria: integrazione ospedali Mater Domini-Pugliese, Granato e Parentela (M5S) "avvertono" la Regione, "urge chiarezza o verrà  l’impugnativa del governo"

«Dispiace constatare che amici politici del sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, usino i soliti argomenti campanilistici, scambino i soldi pubblici per noccioline, attribuiscano al governo Conte scelte del passato e dimostrino di non conoscere i problemi della riorganizzazione dei servizi sanitari calabresi». Lo affermano, in una nota, i parlamentari M5s Bianca Laura Granato e Paolo Parentela, in replica a dichiarazioni, sul progetto di integrazione tra policlinico e ospedale di Catanzaro, rese di recente dai consiglieri comunali catanzaresi Ezio Praticò, Demetrio Battaglia Manuela Costanzo, Roberta Gallo e Giuseppe Pisano. «Rispondiamo con i fatti – proseguono i 5stelle – ai loro attacchi pretestuosi quanto insipidi verso il collega deputato Giuseppe d’Ippolito. Il commissario governativo Saverio Cotticelli non ha inteso condizionare o sponsorizzare il disegno di legge regionale sull’integrazione tra le due aziende di Catanzaro. Da uomo dello Stato, egli sta tenendosi lontano dalla dialettica politica che, come ha significato il nostro D’Ippolito, interessa i consiglieri regionali e pure i rappresentanti parlamentari di ogni colore». «Il disegno sull’integrazione – continuano i 5stelle – non può prescindere dall’ascolto della componente parlamentare, visto che la Calabria è in piano di rientro dal disavanzo sanitario. Oltretutto, noi abbiamo presentato una specifica proposta di legge sulle aziende del Servizio sanitario regionale, firmata da oltre 5mila calabresi, cui la vecchia politica nostrana deve spiegare perché non vuole esaminarla. È allora spiazzante la superficialità con cui si sono espressi i sodali politici di Abramo, che resta muto d’ufficio, imitando il governatore Mario Oliverio». «Abbiamo già detto – continuano i parlamentari M5s – che non ci piace l’integrazione che si sta portando avanti in tutta fretta. Pretendiamo un approfondimento sul quadro normativo, sull’assetto della nuova azienda e sui bilanci di Mater Domini e Pugliese-Ciaccio, che altrimenti dovrà subire le imposizioni di un sistema di potere trasversale, il quale ha sempre permesso al policlinico universitario di dettare la linea, come nel 2008 ha certificato la commissione ministeriale Serra-Riccio e poi la triste fine della Fondazione Campanella». «Mater Domini – concludono Granato e Parentela – continua a ricevere dalla Regione Calabria circa 10milioni all’anno oltre quanto consentito dalle norme. Ciò non è ammissibile e non si può più ignorare. Un confronto serio sull’integrazione non è più rinviabile. In caso contrario, fatta cinobalanicamente la legge regionale, come conseguenza fisiologica verrà l’impugnativa del governo».

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