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“Colonizzazione ideologica”. Il Papa è poco informato

Papa Francesco, ai giornalisti sul volo da panama a Roma: “Nelle scuole bisogna dare un'educazione sessuale, il sesso è un dono di Dio, non è un mostro, è un dono di Dio per amare. Che poi alcuni lo usino per guadagnare soldi o sfruttare è un altro problema. Ma bisogna dare un'educazione sessuale oggettiva, senza colonizzazione ideologica. Se inizi dando un'educazione sessuale piena di colonizzazione ideologica distruggi la persona”.

Giustissimo che nelle scuole s’introduca l’educazione sessuale, ma pura fantasia la “colonizzazione ideologica” che distruggerebbe la persona. E’ un po’ un’ossessione, questa, per papa Bergoglio. Più volte è tornato sull'argomento. In proposito, nell’aprile del 2015 scrivevo al colto don Franco Barbero: «Papa Francesco così saggio quando parla di problemi religiosi, di fede, del Vangelo, prende sviste madornali quando parla della “cosiddetta teoria del gender”. Metto tra virgolette le sue parole, giacché come ben sa chi conosce gli studi gender, non esiste nessuna teoria gender. La prova che il Papa, con tutto il rispetto, non sa di che cosa parla è nelle stesse sue parole: “Mi chiedo se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione che mira a cancellare la differenza perché non sa più confrontarsi con essa” (Udienza mercoledì 15 aprile). E quando mai gli studiosi della materia si sono prefissi di cancellare le differenze? E se le differenze ci sono, chi potrebbe illudersi di cancellarle? Gli studi gender non si prefiggono di cancellare le differenze, ma di cancellare le discriminazioni perpetrate in base alle differenze. E’ così difficile da comprendere?»

Ed ecco la sua risposta: «Gentile Renato Pierri, condivido le Sue osservazioni rispetto alla “cosiddetta teoria gender”. Su questo terreno il papa non conosce nemmeno il lessico del gender. Gli “studi di genere” distinguono il sesso biologico, l'identità di genere, il ruolo di genere e l'orientamento sessuale.

Dai tempi di Money (1955) se n'è fatta di strada…. La gerarchia cattolica ha paura di ogni percorso che accolga le differenze e quindi scatena l'allarme.

Ai lettori e alle lettrici di questo blog suggerisco di documentarsi sulla rivista cattolica ROCCA numero 8 del 15 aprile 2015. In essa si possono leggere studi documentati di Giannino Piana, Cristiana Pulcinelli e Pietro Greco.

Purtroppo su questi temi papa Francesco non fa che ripetere banali luoghi comuni. Gli studi di genere sono una realtà così variegata e dinamica per cui certe valutazioni morali rischiano di sconfinare in una visione moralistica chiusa ad ogni processo culturale.

Davvero manca il senso della storicità e della parzialità delle “dottrine”. Per questo il cardinal Martini parlava di un ritardo della chiesa cattolica di almeno 2 secoli. Talvolta a me sembra che, su taluni terreni, il ritardo si avvicini al mezzo millennio…..

Con stima. Don Franco Barbero.»

Renato Pierri

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