BAMBINI AL MACERO

Siamo immersi fino a soffocare nella politichetta mordi e fuggi, nelle sfide e provocazioni di questo e di quello, c’è tutto e di più per far si che la devastazione umana passi in secondo piano. Nei mari si muore, nelle terre di confine si soffre, ci si dispera senza più la benché minima speranza, morte e silenzi, dannatamente colpevoli, dappertutto, sopra e sotto il mondo. Anche a casa nostra, si, dove il benessere economico sta a valore di riferimento, proprio qui, a casa nostra, naturalmente non nella nostra bella dimora, ma in quella di fronte, dall’altra parte della strada. Oramai siamo sprovvisti di grammatiche corrette e punteggiature precise, la nostra vita sociale sprofonda nella violenza, la più gratuita, quella più indegna, senza alcuna utilità, e quando i genitori sono dei violenti, state certi che quelle condotte influenzeranno per tutta una vita. Un bimbo colpito a morte, ripetutamente, con pugni e bastonate, una bimba anch’essa ridotta a un ammasso scomposto di disumana ingiustizia. Artefice di questa carneficina talmente infame da non poter esser assolutamente compresa, un uomo, un adulto, un essere indefinibile, talmente nauseabondo da non poter esser definito da alcun lessico, con alcun aggettivo, solamente con il disprezzo più profondo per un certo genere dis-umano. Questa è una violenza che attanaglia, ci inorridisce al punto da rimanere spiazzati, perché non è quantificabile attraverso il termine semplicistico di “violenza” questo è il risultato di una società malata, intrisa di atteggiamenti di disprezzo verso gli altri, di sommaria indifferenza persino nei riguardi della sacralità che circonda il bambino. Come può un genitore, una persona adulta, usare una violenza omicidiaria nei confronti di un bimbo, come è possibile agire in questo modo, come? Qualcuno dirà che le ragioni di questo comportamento sono diverse, riconducibili a stress, stanchezza, mala educazione, fino a parlare di malattia, di sofferenze ricevute e sofferenze imposte agli altri, dove l’altro è sconosciuto. Eppure le spiegazioni scientifiche, i paroloni degli esperti, dei so tutto mi, non fanno breccia nell’intelletto, rimane il sangue degli innocenti sparso intorno, il sangue della vergogna, il sangue della colpa più grande, quella dentro la famiglia, veri e propri sepolcri imbiancati, dove terribile e inaccettabile alberga la violenza, anche sui figli.

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