Milano. «Oggi non si fa più politica ed è una cosa brutta perché la politica è parlare di noi, di quello che siamo, è un movimento, in realtà è la conoscenza e non dipende dai politici di oggi: mi piacerebbe tornare a fare politica e questo disco rappresenta la politica».
Lo ha dichiarato Carlo Bertotti, che fa parte dei Delta V insieme alla nuova cantante Marti Albertini e a Flavio Ferri, alla presentazione del nuovo album “Heimat”.
«Non era previsto che dopo 12 anni passati a camminare su strade differenti, non ci ripensi proprio a tornare dove eri partito – ha precisato Carlo – Ma è successo, e onestamente è la cosa migliore che potesse capitarci: guardare le cose da lontano offre delle opportunità. Tornare a casa, dove sei nato e cresciuto, dove ti sei sentito protetto, dove hai attraversato tutti quegli stati d’animo che ti hanno portato a essere quello che sei, è stato un salvifico punto di ripartenza».
I Delta V sono tornati con questo album di undici brani e con un titolo certamente particolare.
«Abbiamo scelto una parola che non è traducibile, indica un’appartenenza, ma è profondamente legata a diversi significati per cui non ci sono spiegazioni – ha sostenuto Carlo – Heimat racconta questo disco, le radici, il distacco, il ritorno, e non descrive soltanto il luogo della propria infanzia ma anche la particolare sensazione che colleghiamo alle nostre origini, la sicurezza e la felicità correlate al senso di identificazione, e nello stesso tempo, la percezione di aver perso tale appartenenza».
Questo disco ha un percorso diverso rispetto ai precedenti “Spazio”, “Psychobeat”, “Monaco ‘74”, “Lee cose cambiano” e “Pioggia rosso acciaio”.
«Non ci guardiamo indietro – ha fatto notare – Vive di luce propria ed è un disco figlio di questo tempo, che viviamo noi e spero che arrivi nella maniera diretta come l’abbiamo pensato: oggi viviamo una eterna età di mezzo».
I Delta V ci ricordano che si può ancora spiccare un balzo verso qualcosa di meglio, semplicemente scrivendo e condividendo canzoni capaci di affrontare, senza paura, la bellezza.
«E se i colori possono tradire, rimangono le parole a difendere e a raccontare le vite di ognuno di noi – ha ammesso – Quelle parole per cui ogni battaglia possa essere lecita, ogni resistenza possa avere un senso compiuto».
I brani di “Heimat sono tutti inediti, tranne la cover “Io sto bene” dei CCCP.
«Se l’avessimo fatta uguale, ci saremmo esposti a critiche – ha riflettuto Calo – L’abbiamo fatta nostra con i nuovi suoni».
Anticipato dai singoli “L’inverno e le nuvole” dal rifugio sussurrato e “Domeniche di agosto” dagli scenari liquefatti, “Heimat” si identifica oggi nel nuovo singolo “30 anni” dalla resa momentanea. Marti Albertini è l’ultima arrivata nei Delta V.
«Mi hanno chiesto di cantare i provini di questi pezzi – ha affermato la cantante – Dopo una prima resistenza iniziale ho accettato la proposta e poi ho fatto come primo pezzo “Domeniche di agosto”».
Flavio Ferri è invece nella band da sempre insieme a Carlo.
«Ci stiamo divertendo – ha accennato – C’era questo bisogno di ascoltare i primi pezzi e quando ho sentito gli embrioni e poi anche la voce di Marti, mi sono convinto a continuare questa avventura, perché i pezzi si sono capiti».
I Delta V saranno in concerto a marzo, il 6 ai Magazzini Generali di Milano e l’8 all’Hiroshima Mon Amour di Torino.
Franco Gigante