Clamorosa contestazione contro Papa Francesco all’udienza papale del mercoledì 28 agosto in Piazza San Pietro. Al termine della benedizione, un nutrito gruppo di fedeli ha contestato il Papa al grido di «Viganò, Viganò». Nei giorni scorsi l'ex nunzio apostolico Carlo Maria Viganò aveva dichiarato ad un quotidiano di aver comunicato personalmente a Bergoglio, tre mesi dopo la sua elezione, gli abusi sessuali commessi dall’arcivescovo emerito di Washington Theodore McCarrick, ma di non aver ricevuto “udienza”. Sul volo di ritorno dall'Irlanda intervistato da un giornalista sullo scottante dossier, Papa Francesco aveva sibillinamente risposto “Fate il vostro giudizio leggendo il comunicato, quando sarà passato un po' di tempo e voi avrete tratto le conclusioni, forse io parlerò”. Se l'accusa di Viganò ha dell'incredibile, il mancato totale respingimento dell'addebito da parte di Bergoglio non è da meno. La contestazione andata in scena Mercoledì, è un fatto unaudito, una prima in assoluta nella storia della Chiesa che testimonia l'importante passaggio dalla contestazione mediatica virtuale (i blog e gli spazi web che contestano l'uomo venuto dalla fine del mondo sono infiniti) alla contestazione in carne ed ossa. Prodromi di imminente fine pontificato?
Gianni Toffali