Non posso che definire assurda l’ultima fatica letteraria di “Laboratorio Crotone”. La frittata viene infatti girata, in quelle pagine, compiendo un capolavoro di equilibrismo: chi ha creato e gestito interamente la vicenda dell’ampliamento dello stadio “E. Scida” accusa e cerca di addossare la colpa dell’esito fallimentare odierno su chi fin dall’inizio, o meglio da poco dopo (17 agosto 2016, a tribuna mobile ovest già montata), ha denunciato, a nome e per conto di un’associazione culturale da statuto impegnata nella tutela dei beni comuni, l’illegalità e l’inopportunità di quanto richiesto al Ministero competente e ottenuto anche grazie all’ignavia dell’ufficio territoriale calabrese.
Altro che ricatto! La giunta crotonese si prostrò, allora, ai piedi del Soprintendente dicendosi disposta a tutto pur di essere autorizzata a fare ciò che la legge vieta espressamente sul territorio nazionale: costruire in area a vincolo archeologico, vincolo peraltro vigente fin dal 1981.
A distanza di due anni, non avendo rispettato quello che era a tutti gli effetti un contratto, sottoscritto volontariamente dal Sindaco e non estorcendone il consenso, la stessa amministrazione comunale si è vista addebitare le conseguenze mediante la diffida del 17 luglio u.s.. Come mai Pugliese e i suoi non si lamentarono nel 2016 della eccessiva onerosità dell’impegno richiesto dal Ministero?! Perché si affrettarono a sottoscriverlo senza opporre alcuna resistenza?! Dirsi ingannati, come si dicono ora, è un atto di assoluta ipocrisia da parte di chi ha fatto del compromesso più basso la propria cifra distintiva, e non solo in materia di stadio.
Dietro questi virulenti attacchi personali, infatti, c’è il tentativo di screditarmi per avere via libera a gestire senza contraddittorio innanzi tutto il progetto “Antica Kroton”, cioè 60 milioni di soldi pubblici, nella maniera impropria (o peggio) già palesata fin qui. E a fianco ci sono temi se possibile ancora più delicati: l’affare bonifica, i rapporti con ENI e le prossime regionali.
Detto ciò, ricopio in calce quello che ieri sera ho scritto sulla mia pagina facebook rispondendo alle sollecitazioni sullo stadio di tanti crotonesi ‘normali’, che non credono alle favole nere di burattini e burattinai che albergano nel Comune/Provincia o nelle segrete stanze dei fili ma ragionano con la propria testa sulla base di dati oggettivi. Mi hanno chiesto di tentare una mediazione con il Ministero su un tema che da febbraio 2018 avevo accantonato, pur mantenendo la posizione critica di sempre, a causa dell’impegno assunto con il M5s e poi della elezione al Parlamento.
Dichiarai ai media, per iscritto e in tv, durante la campagna elettorale, che avrei accettato la futura decisione del Ministero quale che fosse, poiché, lo ripeto ancora una volta, la partita vera non si gioca oggi ma si giocò nel 2016 e a mio avviso fu giocata con disarmante leggerezza da entrambe le parti, producendo una sconfitta per tutti sul piano delicatissimo del rispetto della legalità. È quello che ho fatto.
Le incongruenze tra la diffida del 17 luglio e i (presunti) risultati positivi dei contatti e dell’incontro Comune-Soprintendenza svoltosi a meno di un mese dalla scadenza ben nota sono un mistero, se mistero c’è, che non può essermi imputato in alcun modo. Ricordo infatti ai tristi Signori di “Laboratorio Crotone” e ai loro mentori che non ho bacchette magiche o altri poteri arcani di sorta, altrimenti li avrei esercitati ben prima del luglio 2018. Non faccio né mai ho fatto parte del Ministero Beni Culturali, quindi non dipendo né esercito potere decisionale sul Soprintendente o su chicchessia all’interno dell’Amministrazione. Da circa 4 mesi sono Parlamentare, membro della Commissione VII del Senato (Cultura), e ai parlamentari è dato potere legislativo, non esecutivo. Si rassegnino dunque, padri ingombranti, figlie garrule e nipoti adoranti, a prendersi tutti i ‘meriti’ di una operazione mal condotta fin dall’inizio e finita com’era già prevedibile due anni fa.
Per passare alla parte costruttiva di questa nota, che sempre deve esserci altrimenti tutto si ridurrebbe ad un improduttivo confronto dialettico, il contenuto del post cui alludevo è il seguente: “Vorrei aggiornare quanti, invece di inveire contro di me senza conoscere i fatti (o proprio perché li conoscono…), e rispettando l’opinione che ho espresso al riguardo, mi hanno chiesto di tentare comunque una mediazione con il Ministero. La richiesta è quella di capire se è pensabile che, nonostante la giusta diffida inviata dalla Soprintendenza al Comune a causa del mancato rispetto dell’accordo sull’ampliamento dello stadio firmato nel 2016, il Ministro decida di cercare e percorrere una strada ragionevole per uscire dalla crisi in atto. Se, in altri termini, ci sia spazio per una soluzione politica. Bene. A quelli dico che sono stata un paio d’ore al Ministero, questo pomeriggio, per illustrare la situazione al di là dei documenti che gli uffici già detengono e immaginare insieme gli scenari possibili. Vedremo nei prossimi giorni/ore cosa si deciderà “colà dove si puote ciò che si vuole”.
Margherita Corrado (M5S Senato)