Oltre ad essere modestissimo, sconosciuto autore di qualche libro, sono un grande “mittente di lettere ai giornali” (così mi definì una volta signore per farmi dispetto). Un esperto, direi, giacché ne ho scritte davvero tante di lettere ai giornali e non ho viste pubblicate forse un paio di migliaia, forse più, chi ha voglia di mettersele a contare? Esperto di lettere ai giornali, e conoscitore ormai dei giornalisti che curano le rubriche delle lettere. Non si comportano tutti alla stessa maniera questi giornalisti, non hanno gli stessi metodi nello scegliere e nel pubblicare le lettere. C’è, ad esempio, chi rispetta l’autore e pubblica il testo integrale senza aggiungere o togliere una virgola, e chi non si limita a tagliare un pezzo troppo lungo, ma lo manipola, alle volte, al punto da cambiarne il significato. Adatta la lettera alla sua risposta. Di norma, ed è anche giusto, questi giornalisti pubblicano le lettere che ritengono possano interessare i lettori del giornale, ma c’è anche chi pubblica ciò che interessa a lui. E c’è chi non cambia il senso della lettera, ma l’appiattisce, la rende anodina, le toglie la freschezza, l’originalità. E non sono tutti imparziali questi giornalisti. La maggior parte lo sono, qualcuno, purtroppo, va a simpatie e antipatie. Un lettore ha avuto da ridire col giornalista permaloso? Viene cestinato, anche se scrive la lettera più interessante del mondo. Ma così va il mondo… Del resto, anche i giornalisti, come tutti, tranne forse i santi, hanno virtù e difetti.
Renato Pierri