IL PUNTO n. 680 del 29 giugno 2018 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)

SOMMARIO: RICHIESTO IL LIBRO ? – DEMOCRAZIA ALLA GRILLO – CONCRETEZZE SUI MIGRANTI – INTEGRAZIONE SAUDITA –– PENSIONI D’ORO.
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INTEGRAZIONE (IM)POSSIBILE?
QUELLO CHE NON CI DICONO SU ISLAM, AFRICA E IMMIGRAZIONE

Ricordo che è uscito proprio in questi giorni questo mio nuovo libro per le “Edizioni del Borghese” (260 pagine – euro 18 – presto nelle principali librerie italiane) che sta facendo discutere e che sembra avere un ottimo riscontro di pubblico.
Molti dei temi di attualità in questi giorni sono trattati nel libro con serietà e con tanti numeri, idee, sondaggi, notizie e proposte da approfondire e conoscere per farsi un’idea davvero più ampia, concreta e documentata di una realtà spesso davvero sconcertante e che ci viene nascosta.
I lettori che lo desiderano potranno richiedermene direttamente una copia autografa al prezzo speciale di euro 16 (spese postali comprese) contattandomi via mail (marco.zacchera@libero.it) e comunicandomi il loro indirizzo postale. Chi avesse piacere ad organizzare incontri di presentazione del libro in giro per l’Italia può contattarmi direttamente.

ATTENZIONE: coloro che mi avessero già richiesto il libro da più da una settimana e non lo avessero ancora ricevuto cortesemente me lo comunichino per verificare disguidi o disservizi postali – GRAZIE!
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CONCRETEZZA SUI MIGRANTI
E’ presto per giudicare, ma stando alle prime dichiarazioni dopo il vertice europeo di ieri bisogna prendere atto che in poche settimane l’Italia è tornata al centro della politica europea e – almeno sul problema immigrazione – è stata finalmente in grado di coinvolgere il resto dell’Unione.
Al netto di demagogia, slogan, frasi fatti, polemiche (reciproche) spesso artificiose, il problema dell’arrivo dei migranti – che tra l’altro quest’anno sono meno del passato grazie ai primi interventi concreti di Minniti dell’estate scorsa – per lo meno lo si è messo chiaramente sul tavolo, le capitali europee non hanno potuto più ignorarlo e i “dieci punti” di coinvolgimento proposti Conte sarebbero stati più o meno accettati.
L’impressione è che nel passato eravamo stati davvero fin troppo timidi e prudenti a sostenere le nostre ragioni ed i risultati concreti si cominciano a vedere. Intanto per lo meno è venuta a galla la travolgente demagogia ed ipocrisia di partner abituati a trattarci come lo zerbino di casa, a cominciare dal saccente Macron che – come i tedeschi – spesso parlano e parlano, ma al momento buono si tirano indietro.
DEMOCRAZIA ALLA GRILLO
“Un senato dei cittadini, non eletto ma estratto a sorte” è la “provocazione intellettuale”(!) di Beppe Grillo che sul proprio blog insiste domandandosi “Se vivere in democrazia sia una buona cosa e se le democrazie funzionano bene”.
Visto che i parlamentari del M5S sono stati candidati in liste bloccate con mini – sondaggi riservati ai militanti via web senza minimamente tener conto di capacità, preparazione e dialettica non è che il sistema adottato nel Movimento sia già oggi molto diverso, ma è occasione per riflettere.
Voi andreste da un medico “eletto a sorte” per farvi curare?
Ma come sarebbe mai possibile sperare di risolvere i problemi di un Paese se alla sua guida ci fosse (e in buona parte purtroppo c’è già) una classe dirigente eletta “per caso”? Rivoluzioniamo allora la proposta: che ci si possa candidare ad ogni livello solo dopo una preparazione adeguata e specifica, con un sistema più o meno vicino – finalmente – a quella “meritocrazia” che dovrebbe valere sempre ed ovunque, ma soprattutto in politica.
Immaginiamo così, al contrario di Grillo, di avere – invece di parlamentari-burattini – delle teste libere e finalmente pensanti, persone capaci che si impegnino a tempo pieno con correttezza e onestà conoscendo bene le materie, le leggi, i processi decisionali. La gente di qualità si paga ma il servizio (sia DI un medico, avvocato, professionista, amministratore pubblico) deve essere trasparente e soprattutto di valore.
Questa sarebbe la vera rivoluzione da controproporre alle idee balzane di Grillo, con una provocazione finale: spiegatemi la differenza tra il più becera dittatura e l’idea di democrazia che Grillo si è messo in testa.

INTEGRAZIONE IN SALSA SAUDITA
Nel mio libro sull’ “Integrazione (im)possibile?” sottolineavo che in Arabia Saudita solo da questo mese le donne avrebbero potuto guidare ed infatti così è stato, da domenica scorsa.
Una grande conquista per l’emancipazione, ma ancora con tanti distinguo.
Per esempio che le donne saudite potranno sì guidare, ma solo dopo avere ricevuto un permesso dal loro garante maschio, così se il padre o il marito non gradiscono, le signore saudite resteranno a piedi. Né potranno comunque liberamente comprarsi un auto, perché ci vuole comunque l’autorizzazione maschile anche per aprire un conto in banca mentre le donne saudite continueranno a ricevere la metà in eredità legale rispetto ai loro fratelli maschi e la loro testimonianza – anche per un incidente stradale! – varrà la metà di quella di un maschio.
Ciò, ufficialmente, per “garantire la loro sicurezza” ma in realtà perché le libertà della donna in Arabia Saudita sono per lo meno “contingentate”.
Come questi atteggiamenti di aperta discriminazione dei diritti civili della donna (per non parlare degli omosessuali) non siano in plateale contrasto con i diritti fondamentali dell’uomo (e della donna) sono una delle tante questioni che affronto nel mio libro e che – a mio parere – rendono difficile una integrazione sincera con il mondo musulmano, soprattutto per gli islamici che diventano cittadini italiani e che a mio avviso si ritrovano o a spergiurare sulla nostra Costituzione o ad abiurare alle norme del diritto islamico intrinseche alla loro religione.

PENSIONI D’ORO
Potete immaginarvi come da ex deputato sia felice visto che mi taglieranno più o meno la metà del “vitalizio”, ma al di là della questione personale sarebbe importante che gli italiani ragionassero senza demagogie sul problema pensionistico.
E’ facile prendersela – come Di Maio – con un migliaio di ex deputati dipinti come “ladri” (con un risparmio pari a meno di un decimillesimo delle pensioni pagate, ma che fa molto “show” e “audience”) ma gli italiani dovrebbero meditare che allora – per equità – dovrebbero essere anche ricalcolate almeno le pensioni degli ex dipendenti del parlamento, dei dirigenti ministeriali, dei giudici (al cui stipendio è parametrato quello parlamentare), dei tanti “nominati” ai vertici delle società pubbliche e dei dirigenti pubblici locali, ovvero decine di migliaia di persone.
E perché allora non considerare allo stesso modo anche le pensioni di milioni di dipendenti pubblici andati in pensione dopo solo 14 anni, 6 mesi e 1 giorno di servizio (e spesso – di fatto – dopo periodi anche più brevi). Pensioni economicamente importanti che vanno avanti da 30 o 40 anni (una mia coscritta è stata pensionata a 33 anni, ex insegnante di educazione fisica ha più o meno insegnato per 8-9 anni). Pensiamo a tutti i beneficianti di leggi speciali (ex ferrovieri, postelegrafonici, aziende in crisi, cassaintegrati, sindacalisti ecc. ecc.) mandati in pensione in anticipo (con buonuscita) per “sfoltire i ranghi”, magari dopo che erano stati assunti con i più classici metodi clientelari e la cui pensione NON è certo parametrata ai contributi pagati.
Sommessamente credo sia scorretto decidere “a posteriori” che da un giorno all’altro la tua pensione venga decurtata (dopo i tagli precedenti già imposti “per solidarietà”) senza che tu possa farci nulla, soprattutto perché la riforma sui vitalizi parlamentari è già attiva da 7 anni e quindi si va a ricalcolare il pregresso al 2011 !
Sostiene Di Maio “Gli ex se ne facciano una ragione, quelli sono privilegi rubati non sono diritti acquisiti. La smettano perché è uno schiaffo alla miseria fare dei ricorsi e protestare perché ti tolgono un vitalizio di 6 o 7 mila euro quando sei stato tre giorni in Parlamento”. Questa è pura demagogia grillina, innanzitutto perché “rubare” è un termine da querela (che presenterò) perchè personalmente non ho mai rubato nulla a nessuno, poi perché – dopo i miei 21 anni di contributi – l’importo oggi percepito è già di molto inferiore a quanto sostiene Di Maio e – soprattutto – il caso dei 5 (cinque) deputati – dei quali 3 deceduti – restati brevemente in carica è già stato risolto da 20 anni e da allora non è più riproducibile.
Come successo ieri per gli “esodati” – rimasti in mezzo al guado senza più lavoro né pensione – oggi ci si scaglia contro gli ex deputati all’altare della demagogia, ma da domani TUTTI gli italiani non potranno più contare su una loro certezza pensionistica, a cominciare da quelli che hanno pagato per anni e ai quali si vuole mettere ora “tetti” inferiori a quanto da loro risparmiato.
Il concetto del ricalcolo retroattivo forzato non è giusto, e chi riflette con serietà credo non possa che condividerlo.

Un saluto a tutti e buona settimana MARCO ZACCHERA

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