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Iran: sciopero dei calzolai e proteste di lavoratori, accademici, studenti ed avvocati Rivolta iraniana – n. 174

Lunedì 18 Giugno, a Teheran, centinaia di produttori di scarpe e di loro lavoratori hanno chiuso i propri negozi per protestare contro le devastanti politiche del regime e si sono radunati in viale Bagh-e Sepahsalar. Si sono opposti al costo dei materiali necessari ed all’impiego di lavoratori stranieri nell’ industria, che per molti di loro ha significato disoccupazione e condizioni d vita disastrose.

I manifestanti hanno intonato gli slogan: “Abbasso la disoccupazione; abbasso i costi alti”; “Il nostro nemico è qui, anche se ci ripetono che è l’America”; “Governo incompetente, autorità inefficienti, produzione non supportata.”.

Impugnavano cartelli con scritto “solidarietà, supporto, siamo tutti insieme” e “salute ai lavoratori, salute agli agricoltori”. La manifestazione è iniziata alle 11 del mattino ed è proseguita fino alle 4 del pomeriggio. I dimostranti hanno denunciato la propria povertà dispiegando tovaglie vuote sulla strada.

Centinaia di accademici in pensione si sono recati a Teheran da diverse province, tra cui quella del Nord Khorasan, e si sono riuniti di fronte al Ministero dell’Educazione per protestare contro il mancato pagamento della somma loro dovuta degli anni precedenti. Hanno gridato: “Gridiamo per tutta questa ingiustizia! Con una singola appropriazione indebita in meno tutti i nostri problemi sarebbero risolti”. Alla fine del raduno, hanno tenuto un simbolico funerale per l’educazione del paese.

I lavoratori del rame di Darreh Zar, nella città di Rafsanjan, hanno organizzato un raduno per protestare contro i bassi salari, la mancanza della sicurezza del posto di lavoro ed il mancato pagamento, per diversi mesi, persino delle loro basse retribuzioni. Hanno domandato una soluzione ai loro problemi.

Gli studenti della facoltà di Scienze Sociali dell’Università di Teheran hanno tenuto un raduno in protesta contro le sentenze emesse nei confronti degli studenti imprigionati; anche i professori si sono uniti alla protesta. Gli studenti avevano tra le mani cartelli con scritto “Condoglianze all’università ed agli studenti” e “Tutte le sentenze contro gli studenti devono essere annullate”.

Un gruppo di avvocati indipendenti si è riunito di fronte al parlamento in protesta contro la nota aggiunta all’articolo 48 del codice di procedura penale. Il regime, con l’aggiunta di questa nota, ha negato il diritto agli imputati di certi reati di nominare un avvocato. A Sadegh Larijani invece, capo della magistratura del regime, è stato concesso, per questi stessi crimini, di nominare un avvocato.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

19 Giugno 2018

Mahmoud Hakamian

@HakamianMahmoud

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