Mottola (Ta). Il 6 e il 7 dicembre, nella parrocchia di San Giuseppe, rivive il culto di San Nicola

Maria Florenzio
Mottola (Ta). La data del 6 dicembre, sul calendario, è segnata dal nome di San Nicola di Bari Vescovo e per la comunità della parrocchia “San Giuseppe Lavoratore” diventa occasione per riprendere i festeggiamenti in onore del Santo, cui è dedicata una delle più belle cripte rupestri locali.
Una due giorni, il 6 e 7 dicembre, che il parroco Padre Domenico Kyriakos Cantore ha voluto dedicare al Santo di Mira. Il 6 alle ore 18 e 19, saranno celebrate due messe; il 7 alle ore 16,30 si terrà un vespro bizantino e la scelta del giorno non è stata casuale: il giovedì è il giorno di riposo per tutte le badanti ucraine cristiane che lavorano in loco, per le quali la festa di San Nicola diventa occasione di ritrovo e di culto. Durante le messe avverrà l‘unzione dei presenti con la manna. Nella serata del 6, dalle ore 20, intrattenimento con pettolata.
Già l’anno scorso, padre Domenico si era reso artefice di tutta una serie di iniziative, per diffondere il culto di San Nicola. A maggio scorso aveva fatto realizzare una statua dal maestro cartapestaio di Francavilla Fontana, Pietro Balsamo. La testa e le mani sono in ceramica ed indossa la pianeta, che fu del primo parroco di “San Giuseppe”. Aveva anche celebrato una messa all’esterno della cripta di San Nicola e in parrocchia aveva benedetto il corredo, raccolto il 6 dicembre dell’anno precedente, grazie alle donazioni dei fedeli. Era stato, poi, consegnato ad una famiglia bisognosa.
“Un modo – aveva spiegato – per ricordare la dote alle tre fanciulle: per evitare che un padre facesse prostituire le sue tre figlie prive di dote e, quindi, impossibilitate a maritarsi, Nicola, per loro, gettò di notte dalla finestra di casa una cospicua somma di denaro.
Perché riportare in auge la festa di San Nicola? Nikolaos è il santo patrono della Diocesi di Castellaneta e, nell'universalità del culto, è secondo solo alla Vergine. Quando si parla di San Nicola si intende Nicola di Mira, divenuto di Bari, quando vennero trafugati e portati a Bari, via mare, i suoi resti mortali (9 maggio 1087), collocati, il 1° ottobre 1089, da Papa Urbano II, sotto l’altare centrale della cripta, oggi, luogo di grande pellegrinaggio.
“San Nicola è un grande taumaturgo – spiega padre Domenico – uno dei più celebrati santi della cristianità, simbolo di aggregazione fra le due Chiese, l’orientale e l’occidentale”. E, proprio sulle orme del suo insegnamento, padre Domenico ha avviato un percorso che lo vede impegnato nel gettare le basi per un dialogo ecumenico tra occidente ed oriente, tra cristiani, bizantini ed ortodossi. Lui stesso si è gemellato con una chiesa ucraina.

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