La speranza è il merito e ci pensa la Banca di Taranto

Di recente Piero Angela, il noto giornalista televisivo in una intervista rilasciata all’HuffingtonPost , ha riferito che il problema dell'Italia è un problema morale, non ci sono punizioni per chi sbaglia e non ci sono premi per chi merita.

A tal proposto possiamo dire che con l’iniziativa “La Speranza è il Merito” della Banca di Taranto, alla sua quarta edizione, finalizzata a premiare i giovani meritevoli, continua a far eccezione cercando di ovviare al secondo problema citato da Piero Angela.

La scelta delle due linee guida dell’incontro, che si fondono in una via maestra da perseguire per tutta la vita, prende spunto da due contesti profondamente diversi tra loro quanto complementari : Papa Francesco e O.C.S.E. Il Santo Padre ha posto il tema de “La Speranza cristiana” nell’Udienza Generale del 04 ottobre 2017, proprio alla vigilia della pubblicazione del rapporto O.C.S.E. “La strategia per le competenze – Italia – 2017”, in cui si legge che: “[…] l’Italia sta avendo più difficoltà rispetto ad altri paesi avanzati a completare la transazione verso una società dinamica, fondata sulle competenze […]” .

Grande folla c’è stata presso la Sala degli Specchi del Centro Studi Melitensi in Palazzo Ameglio a Taranto per partecipare alla giornata organizzata dalla BCC Banca di Taranto, cominciata rispettando l’orario d’inizio. E già da qui colpisce il modo di fare di questa banca, dimostrando attenzione alle persone convenute, una eccezione in una città in cui difficilmente i convegni iniziano rispettando l’orario fissato. Alla manifestazione hanno preso parte il direttore generale ICCREA Leonardo Rubattu, il presidente e il direttore generale della Banca di Taranto, che fa parte del gruppo ICCREA, rispettivamente Lelio Miro e Vito Sette, la tennista Roberta Vinci e padre Antonio Salinaro.

Il contributo di Leonardo Rubattu in video, è cominciato con la figura di don Milani in uno stralcio di filmato datato. Il prelato sapeva bene del potere della cultura e quanto la situazione della cultura era desolante. Si ricorda nel filmato che agli inizi degli anni ‘50, più della metà degli italiani non aveva la licenza elementare e che gli analfabeti erano 5 milioni e mezzo, quasi il 13% della popolazione.

Rubattu quindi, ha fatto notare quanta strada si sia percorsa da allora e che nel 1963 nasceva l’ICCREA, cioè l’Istituto Centrale delle Casse Rurali e Artigiane, 3° polo bancario italiano per dimensione.

“ Una intuizione che metteva le piccole banche locali, che all’epoca vi assicuro erano veramente piccole – sono le sue parole – nelle condizioni di operare come le altre banche di livello nazionale. E oggi che è cambiato il mondo, siamo qui a cercare di premiare il merito di 30 giovani che fanno capo al gruppo di 1000 soci della Banca di Taranto, che raccolgono nuovamente la sfida di una trasformazione sociale. Sono davvero felice di condividere con voi questo appuntamento così importante che rappresenta una declinazione attraverso cui la Banca di Taranto svolge la sua missione che è quella di crescere nel servizio al territorio e alla sua parte sociale”.

Secondo il direttore generale, la Banca di Taranto rappresenta un significativo esempio di forte collaborazione del gruppo bancario ICCREA. Al centro delle attività c’è il futuro, il guardare avanti per realizzare una visione di società, di economia e di mondo, più giusti e pieni di significato.

La banca pensa al futuro dei suoi giovani nel raccogliere le candidature e nel selezionarne trenta che si sono contraddistinti in ambito accademico, musicale e sportivo, affermando che il merito è la speranza.

Questi giovani devono assumersi la responsabilità di mettere il proprio talento a servizio della società e del territorio, raccogliendo il testimone che consegneranno a chi verrà dopo di loro in un progresso che cerchi di non lasciare indietro nessuno.

La Banca di Taranto, così come le altre banche di credito cooperativo manterrà lo stretto e diretto legame con il territorio, che l’ha contraddistinta dalla sua nascita avvenuta nel 2002.

“E’ parte del progetto di vita delle persone che si trovano sul territorio a supporto delle famiglie, dell’economia reale e finanziaria per creare ricchezza e sopratutto trattenerla nel territorio, affinché chi viene dopo non abbia un percorso in salita, condividendo e sviluppando il talento, l’impegno e il senso di responsabilità verso la crescita della qualità del Paese per operare al servizio del bene comune, solo così come amava dire il cardinale Nicora la politica e l’economia saranno la più alta forma di carità” ha concluso Rubattu.

E Lelio Miro, ha voluto accentuare ancora di più l’aspetto familiare della Banca di Taranto: “E’ un momento familiare più che solo conviviale. Vedere tutta questa gente e riconoscere i volti dei soci. È davvero una famiglia quella nostra. Non è una banca nel senso tradizionale e quello che è venuto fuori anche nel corso degli interventi è proprio questo senso di differenza rispetto a quello che può sembrare essere una istituzione bancaria”.

Ha sottolineato che la presenza del francescano padre Antonio Salinaro ricorda che fare banca in un certo modo è nato proprio nell’ambito del Francescanesimo, proprio quando San Francesco diceva che il denaro è lo sterco del demonio. Ma si può usare il denaro in maniera diversa, si può usare l’economia facendo contare di più la persona, come è emerso dagli interventi dell’evento.

“Poi ci sono i premi ai ragazzi che sono effettivamente la parte tangibile di questa nostra attenzione che mira a far sì che loro si accorgano che qualcuno ha notato e considerato la loro bravura, ha riferito”. La banca ha ancora dimostrato la sua attenzione nello scegliere opportunamente i premi: i liceali non in denaro ma in cultura, abbonamenti al Teatro Orfeo e ai cinema Savoia e Lumiere, messi a disposizione dal Teatro Orfeo e dalla famiglia Miro. Poi il Maxi ha consentito la disponibilità della palestra e gli Amici della Musica, l’accesso ad un concerto. Gli studenti che sono impegnati nella formazione universitaria fuori Taranto, hanno avuto invece la possibilità di spendere una cifra di denaro.

Un discorso a parte e più approfondito merita invece la relazione-testimonianza di Padre Antonio, figura carismatica, che qui per brevità non si può fare. Pertanto ci limitiamo a riportare di lui un breve pensiero: “Taranto ha un sacco di risorse, di bellezze, degli scorci che solo lei ha. Taranto ha un potenziale. Ecco, la speranza ci aiuta a portare avanti questo potenziale e a chi più che ai giovani dobbiamo alimentare la speranza? Io penso che sia importante che i giovani sappiano vivere la propria vita e mettere a frutto i talenti proprio qui nella nostra terra”.

E a proposito di talenti, la campionessa di tennis Roberta Vinci, nel suo ultimo intervento ci ha ricordato saggiamente che questi non bastano: “ Ho cercato di raccontare un po’ tutta la mia storia, tutti i sacrifici che ho dovuto superare, tutte le fatiche, per arrivare dove sono arrivata ora. Non è tutto rosa e fiori come può sembrare però, si, è molto bello vincere, alzare la coppa ma dietro tutti questi successi c’è sicuramente tanto lavoro, sacrificio, tanto talento, ma questo da solo non basta!”

Vito Piepoli

I premiati per le medie inferiori: Beatrice Castelli, Lorenzo Maria Castelli, Maria D’Amico, Ludovica D’Autilia, Flavia De Florio, Paola Di Benedetto, Giacomo Fortunato, Benedetta Lillo, Francesco Paolo Miro, Rebecca Rinaldi, Aldo Giulio Schinaia, Federica Spezzaferro.

Per diploma di maturità: Paolo Conte, Giorgia Ferri, Matteo Fusillo, Benedetta Miro, Chiara Miro, Giorgia Panzetta, Flavia Saracino e Claudia Tagarelli.

Per la laurea: Francesco Campanelli, Daniele Ciocia, Giorgia Conte, Daria De Michele, Chiara Di Ponzio, Giulia Fiume, Francesco Godano, Matteo Mastromarino, Roberta Mirabile

Per lo sport : Gianluca Caroli

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