12 NOVEMBRE STRAGE MINATORI

FREE GREEN SICILIA

SICILIA 12 NOVEMBRE 1881 – STRAGE DI 65 MINATORI TRA CUI 19 ‘CARUSI’- BAMBINI TRA I 7 E I 13 ANNI – RIMASTI SENZA NOME NELLA MINIERA LAGER DI ZOLFO DI GESSOLUNGO (CALTANISSETTA).

NELLE MINIERE DI ZOLFO SONO MORTI PER INCIDENTI BEN OLTRE 500 MINATORI TRA ADULTI E BAMBINI MA VELOCEMENTE DIMENTICATI DA TUTTE QUELLE ISTITUZIONI SICILIANE E NAZIONALI CHE AVREBBERO DOVUTO DIFENDERLI DALL’UNITA’ D’ITALIA IN POI.

FREE GREEN SICILIA PER QUELO CHE PUO’ ESSERE DEFINITO UN OLOCAUSTO SICILIANO HA IL RICONOSCIMENTO DI “CRIMINI CONTRO L’UMANITA’” E LE EX MINIERE DI ZOLFO ‘LAGER MINERARIO DEL POPOLO SICILIANO”

Il 12 novembre ricorre dimenticato il triste anniversario che non ha visto mai giustizia e di cui ogni siciliano si dovrebbe sentire coinvolto della tragedia del 12 novembre 1881 in cui morirono in miniera sessantacinque persone, tra cui 19 bambini. Per uno scoppio di grisou nella miniera di Gessolungo nel Nisseno (uno dei tanti incidenti se così li vogliamo chiamare) perirono ben 65 minatori, tra questi ben 19 ‘carusi’ bambini tra i 7e i 13 anni strappati alle loro povere famiglie per pochi spiccioli e ridotti a uno stato di perenne schiavitù per fare arricchire i proprietari delle miniere e coloro che per conto di questi li sfruttavano a sangue, con la complicità delle autorità del tempo. Dei 19 bambini ben 9 di questi rimasero senza un nome tutti furono seppelliti per pietà popolare nel ‘Cimitero dei carusi’ di Caltanissetta.

Si vuole dimenticare pure- afferma Alfio Lisi Portavoce Free Green Sicilia – che la più grande strage di minatori in Italia è avvenuta in Sicilia il 4 luglio del 1916 nella miniera di zolfo di Cozzo Disi ad Agrigento e portò alla morte ben 89 minatori siciliani ( oltre ai numerosi feriti molti dei quali riamasti invalidi ). Disastri più che prevedibili che in 50 anni hanno portato alla morte oltre 500 minatori, per quello che si è venuto a sapere in quanto i dati su minatoti e incidenti nelle miniere sono molto approssimativi, tra adulti e bambini, ridotti allo stato di vera schiavitù e senza alcun diritto riconosciuto.

I proprietari delle miniere o i loro esecutori costringevano le famiglie povere siciliane dei ‘carusi’ a sottoscrivere un terribile contratto denominato “soccorso morto”, vera e propria deportazione legalizzata nei lager chiamate miniere di zolfo: se la famiglia povera e numerosa aveva bisogno di un misero prestito per sopravvivere questo gli veniva concesso a patto che desse in garanzia un suo figlio il quale veniva sfruttato senza pietà di fatto abbandonato a sè stesso dai suoi parenti anche perchè questi sconoscevano le miniere in cui i bambini venivano deportati. Solo se un giorno la famiglia avesse restituito il prestito i bambini gli venivano restituiti ma spesso questi morivano prima di poter essere riscattati di malattie, di stenti o per incidenti che erano all’ordine del giorno o rimanevano nelle miniera a vita storpiati dal massacrante sfruttamento. La maggior parte dei bambini non venivano restituiti anche in quanto i genitori perdevano le loro tracce in quanto spesso le varie miniere se li scambiavano (nel solo distretto minerario di Caltanissetta nel 1882 i fanciulli sfruttati erano ben 6.732 nei lavori interni e 2.049 negli esterni)..

“26 sett 2015: Dopo aver reso omaggio a chi lavorando è morto e ai bambini sfruttati per sottolineare la loro dignità. Sergio Mattarella». Questo il messaggio firmato, lasciato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella (la prima volta di un Presidente), al termine della cerimonia che si è svolta nel 2015 al sacrario che ricorda la tragedia di Gessolungo del 12 novembre 1881. Ma forse avrebbe dovuto fare un passo in più ovvero condannare apertamente, anche se apprezziamo molto la simbolica visita al cimitero, la complicità delle Istituzioni pubbliche, nazionali e regionali, su tale indescrivibile barbarie , durata oltre cento anni dal dominio Borbonico all’Unità d’Italia fino a dopo la proclamazione delle Repubblica , che condannò alla sofferenza e alla morte decine di migliaia di indifesi e poveri siciliani.

Oggi le Istituzioni ad iniziare da quelle sciatte siciliane – afferma Alfio Lisi Portavoce Free Green Sicilia – continuano a voler dimenticare quanto accaduto, le responsabilità di chi governava e di coloro che avrebbero dovuto difendere i lavoratori tra questi bambini di pochi anni strappati e deportati come schiavi, senza diritti e senza più una famiglia che li proteggesse, in miniere invivibili di proprietà di latifondisti e/o famiglie aristocratiche siciliane (ma anche di stranieri) spesso anche politicamente influenti condizionavano direttamente o indirettamente le istituzioni vivevano distanti dalle miniere-lager nei loro palazzi di grandi città e lasciavano in gestione la miniera a personaggi senza scrupoli e senza un briciolo di umanità. Da qui si presumono le origini della mafia siciliana che fece arricchire ‘illegalmente’ i pochi proprietari di tali miniere e i loro diretti aguzzini con la complicità ed il silenzio delle autorità e delle istituzioni politiche.

Per tutto tale disastro umanitario siciliano ciò Free Green Sicilia –afferma il portavoce Alfio Lisi – ha chiesto a tutte le Istituzioni italiane e alla Corte penale internazionale dei diritti umani dell’Aja di riconsiderare le gravi responsabilità di chi ha governato pro-tempore e di chi ha gestito le ex miniere di zolfo oltre agli stessi proprietari di considerare la proposta di dichiarazione di ‘crimini contro l’umanità’ nei confronti della povera gente della Sicilia affinchè venga riconosciuta la deportazione e lo sfruttamento di migliaia di poveri siciliani di ogni età , ma in particolare di bambini in tenera età ridotti in schiavitù.

L’unica risposta che abbiamo avuto ad oggi è stata quella del Presidente del Senato Grasso che ha inviato in forma di mozione la nostra proposta alla Commissione al Lavoro del Senato ma i componenti siciliani di questa (una di Cinque Stelle e l’altro di Forza Italia) non si sono degnati ad oggi, dopo mesi, di rispondere alle nostre sollecitazioni: questi sì che rappresentano la Sicilia e i siciliani!

Così come si chiede di riconoscere e denominare ogni miniera di zolfo siciliane, in quanto luoghi di deportazione e di schiavitù di decine di migliaia di siciliani tra i quali bambini di pochi anni strappati con il ricatto della povertà alle loro famiglie, quale “LAGER MINERARIO CONTRO IL POPOLO SICILIANO” !

Alfio Lisi Portavoce Free Green Sicilia

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