Inizialmente confinato in Giappone, l’allarmante fenomeno sociale sta dilagando presso gli adolescenti e i giovani in Italia, preoccupando decine di migliaia di famiglie trovando poco preparata la nostra società, la scuola, la sanità, il mondo degli adulti in genere.
Si tratta degli “Hikikomori” o “ritirati sociali”, come un genitore o un insegnante può riconoscerli?
Sono i docenti i primi ad intuire della dipendenza da Internet da parte dei giovani, vivendo quotidianamente la loro sofferenza nel distacco dal loro mondo virtuale durante le ore di lezione e l’impazienza di questi nel tornare a casa per tuffarsi nuovamente nel web.
La possibilità di scegliere quando connettersi e con chi, dà ai ragazzi una sensazione di controllo e di potere che nella vita reale non hanno. È questo che può spingere il giovane ad utilizzare proprio il web come unico mezzo verso il mondo esterno, a tal punto che non può più farne a meno. Questo uso aumenta dove c’è disagio sociale portando ad una spirale che induce a scegliere di vivere in un mondo virtuale piuttosto che a confrontarsi con la realtà.
Il fenomeno può iniziare a manifestarsi in un periodo che varia dalla prima adolescenza alla prima età adulta, e si esprime attraverso il rifiuto progressivo delle relazioni, il soggiorno esclusivo nella propria stanza, spesso con persiane chiuse, inversione del ritmo sonno-veglia, impiego massivo di internet e attivazione di relazioni virtuali attraverso la comunicazione online o coltivazione di interessi solitari (musica, studio, narrativa…).
Tale condizione di isolamento, che vede i soggetti rinunciare a ogni progetto di crescita e di inserimento nella società, non tende a risolversi spontaneamente e può durare molti anni o tutta la vita.
Isolamento, alienazione dal gruppo e disagio sociale sono segnali che molto spesso gli insegnanti riescono a leggere prima di altri.
I docenti, che passano con i ragazzi buona parte della giornata, potrebbero evitare che situazioni di disagio sociale sfocino in “Hikikomori”: adolescenti che utilizzano esclusivamente internet per comunicare con i loro coetanei, arrivando ad isolarsi totalmente col mondo esterno.
Costoro, spesso si sentono a disagio con se stessi, non si piacciono fisicamente, si vergognano di ciò che sono, e proprio su internet riescono a dar libero sfogo a quello che vorrebbero essere.
Così ragazzi timidi ed impacciati assumono nei videogiochi sembianze di uomini rudi e violenti; ragazze riservate postano online foto hard, arrivando addirittura ad essere attivi di notte e dormire di giorno con conseguenze più o meno serie per la salute. E c’è una correlazione diretta tra ritiro dalla scuola o non coinvolgimento di sé in classe e ritiro sociale.
La dipendenza da internet si può annullare secondo alcuni esperti non trattandola come le droghe, come l’alcol o le sostanze stupefacenti, sottraendo cioè gradualmente il principio attivo, ma con il dialogo e con sedute di psicoterapia.
Il fine naturalmente è quello di reinserire il soggetto nella società, cercando di farlo interagire, rieducandolo a socializzare col mondo reale.
Per approfondire le tematiche di questo nuovo fenomeno sociale, giorno 29 ottobre 2017 alle ore 14 a Milano, presso La Casa Dei Diritti di via De Amicis 10, si terrà il primo incontro nazionale dei genitori appartenenti alla associazione ONLUS Hikikomori Italia Genitori.
In tale incontro parleranno i tre fondatori e amministratori dell’associazione.
Marco Crepaldi, laureato in psicologia sociale e studioso del fenomeno, ideatore del progetto “Hikikomori Italia”, illustrerà le caratteristiche principali e i dettagli comportamentali e caratteriali dei soggetti affetti da questo disagio, gli strumenti messi in atto per fronteggiarlo e le caratteristiche del progetto associativo.
Elena Carolei, presidente dell'associazione, madre di un ragazzo che ha superato il problema, presenterà gli obiettivi statutari, le buone prassi che i genitori possono attivare per interrompere il circolo vizioso in cui sono incorsi i propri figli e le modalità di funzionamento dell’associazione.
Silvia Travaglini, madre di un ragazzo in condizione di ritiro sociale, illustrerà l’esperienza locale di un raggruppamento di genitori e porterà alcune testimonianze.
Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo www.hikikomoriitalia.it
Vito Piepoli