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Il ruolo del militare in Patria e nelle operazioni all’estero. Il ruolo del militare in Patria e nelle operazioni all’estero

La maggior parte dei 400 allievi del corso VFP1 (volontari ferma prefissata di un anno) non se l’aspettavano che il loro essere militari derivasse dall’antica Roma e da Romolo che chiedeva ai popoli sottomessi mille (miles) uomini da impiegare come soldati. Da quel miles (uno dei mille) discende il termine moderno.

Un po’ di storia non guasta mai e il dott. Aldo Marturano, presidente della sezione tarantina dell’Anua (Ass. Naz. Ufficiali Aeronautica), e già giudice tributario, ha così introdotto la sua brillante relazione agli allievi della Svtam (ex Saram), attenti e composti come – appunto – antichi miles.

Il presidente (che era accompagnato dall’addetto stampa Antonio Biella) è stato introdotto dal comandante della scuola, il col. Fabio Dezi, che ha mostrato ancora una volta una apertura verso l’esterno, alla ricerca del meglio per i ragazzi e di un rapporto sinergico con la città.

“Non esiste differenza tra soldato e civile – ha affermato Marturano in apertura della sua relazione – La differenza può essere solo tra persone per bene e non”.

Dopo una presentazione dell’Anua e dei suoi scopi, il relatore ha parlato dei diritti e dei doveri che scaturiscono dallo status di “professionisti”, cioè di coloro che “professano”, che sono fedeli a certi valori, a degli statuti e regolamenti che ne disciplinano l’attività.

“Si parte dal principio base, che è anche del Codice Civile – ha proseguito il relatore – dell’applicazione del principio della “diligenza del buon padre di famiglia”, con tutta la conseguente responsabilità sia civile che penale “.

“Già il semplice aviere – ha precisato Marturano – è responsabile dei beni che gli sono affidati, a partire dall’equipaggiamento; per arrivare alle responsabilità dell’ufficiale che ha la titolarità di un ufficio pubblico e svolge una funzione di comando”.

Tra i doveri: la fedeltà, la diligenza, l’imparzialità, la condotta irreprensibile (anche nella vita privata), l’obbedienza, il serbare il segreto d’ufficio.

Da qui deriva una serie di responsabilità anche penali, e per questo il relatore ha spiegato le differenza tra dolo e colpa: quest’ultima nelle sfaccettature di leggera e grave, specifica o generica.

“Voi fate parte di una Forza armata – ha spiegato – ma la vostra preparazione militare fa sì che voi sappiate controllare l’aggressività, la forza, sia nella difesa della Patria da attacchi che possano venire dall’interno (terrorismo) che dall’esterno.

Al termine, il comandante col. Dezi si è congratulato col relatore sottolineando il lungo applauso degli allievi, segno della validità dell’iniziativa.

(Nella foto, da sin.: il presidente Marturano, il comandante Dezi e l’addetto stampa Anua Biella, con gli allievi sullo sfondo)

A. B.

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