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UNO STRANO MIO PERSONALE IMMOBILISMO…NON SOLO GIORNALISTICO SARA’ CONDIVISO DA CHI AVRA’ LA PAZIENZA DI LEGGERMI ?

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Oggettivamente, da quasi tre settimane, mi sono estraniato per vari motivi dalla mia seconda professione che svolgo tuttora in contestualità a quella di ormai…pensionato COMIT dal 1993.

Dico subito che dette motivazioni hanno oggettivamente allentato parte della mia “ vis operandi” (se così si può chiamare) al punto di provocarmi dentro una sorta di senso di insoddisfazione con riflessi psico-fisici, in quanto a questa situazione di immobilismo a cui non sono mai stato abituato, atteso che, da almeno 50-60 anni a…tre settimane appunto a questa parte, il mio modo di gestire la giornata era ed è improntato ad una certa scaletta programmatica con in testa la penna, anzi il PC. .. e sono in tanti a saperlo, talvolta anche…infastiditi per le cose che mi sento onestamente di dire in chiave socio-politica che spesso disturbano il manovratore, come si usa dire.

Può capitare in ognuno di noi (e se scrivo questo, lo faccio anche nell’interesse dei colleghi che potrebbero farsi le stesse mie domande) che ci sia un momento di stasi determinata da vari motivi come il rientro dalle ferie che richiede una certa fatica per riprendere, la necessità di distogliere un’ attività a favore di un’altra considerata prioritaria in uno specifico momento, una parentesi di depressione dovuta, per senso civico, ad una società che, a livello nazionale e non, sta evolvendo verso l’imponderabilità degli eventi futuri, non esclusa una guerra anche atomica a causa di certe teste calde ed altre svitate (speriamo tanto di no !), non esclusa, da ultimo, l’età avanzata che, naturalmente, non invita sempre alla gioia per una serie di ragioni che tutti noi anziani conosciamo molto bene.

Oggettivamente, farei fatica ad etichettare quanto precede con il sostantivo “pessimismo” in quanto tradirei la stessa mia convinzione che, guarda caso, non solo ho descritto ampiamente in un intervento molto lungo su “Il Gazzettino” del 18 scorso, ma anche di coloro, molto più importanti e preparati di me, che la pensano allo stesso mio modo, in primis Giampaolo Pansa, noto giornalista e scrittore di importanti libri, il quale, proprio l’altra sera su “La 7”, in una trasmissione condotta da Lilli Gruber, ha detto le stesse cose che io ormai ripeto da anni : “ non è tanto la società che è ammalata grave, ma le istituzioni che, sempre l’una contro l’altra armata, si fanno la guerra fra loro, non solo a livello nazionale, ma anche a livello mondiale, non offrendo più certezze socio-politico-esistenziali… in un mondo che sta andando alla deriva…ecc.ecc.” , tanto che l’intervento di Pansa, è riuscito a determinare una qualche reazione di falso ottimismo da parte degli ospiti invitati alla trasmissione, compresa la stessa conduttrice

Sarà che l’anagrafe di Pansa ha dei punti di… contatto molto vicini ai miei, circostanza che può a pieno titolo far valere una naturale pregressa esperienza di vita di entrambi, fatto sta che oggi la società sta vivendo alla giornata, inquieta e sofferente al punto da far fatica ad esprimersi essendo aprioristicamente consapevole che a nulla serve dire anche qualcosa di buono nell’interesse della stessa.

Ieri, lunedì 19/9, durante una riunione del Direttivo della stampa regionale veneta, ho vissuto le stesse sensazioni espresse da Pansa: un mondo giornalistico che ha problemi gravi e che trova soluzioni, di volta in volta, tappando buchi sempre con artifizi di natura non strutturale.

Durante il convegno ho trovato molto calore umano da parte dei colleghi ma, allo stesso tempo, ho recepita netta la sensazione che, anche qui, le cose non vadano proprio nel verso giusto in quanto le assunzioni che gli editori sono sempre meno disposti a fare, sbilanciano fortemente con il problema delle risorse a favore di pensionati e pre-pensionati a carico degli enti previdenziali.

Ma se questo è un problema che riguarda il giornalismo, mi par di poter dire che anche nelle banche tutto non vada liscio: l’altro giorno mi è capitato di sentire da un Direttore di banca che, per una miriade di motivazioni, il progresso informatico lo ha completamente escluso dal fare banca… realtà che, per certi versi, lo fa sentire un ingranaggio della macchina stessa senza poter intrattenere il cliente se non in base al responso dei “tasti del pc” per il quale, a volte, deve avvalersi di un impiegato che ne sa più di lui.

Concluderei così: abbiamo la certezza che non si attivi…l’atomo a causa di quella faccia da schiaffi della Corea del Nord, che le banche continuino a dare sicurezza, che l’INPS ce la faccia ancora a pagare le pensioni, che l’esistenza non abbia a cambiare i suoi connotati naturali dando input alla pazzia collettiva di cui parlava anni fa anche il filosofo Rudolf Steiner ? E della quale ho scritto proprio ieri un articolo sul Gazzettino ?

Io penso che, rimanendo adagiati all’assuefazione su tutto ciò che accettiamo solo per il fatto che più nessuna reazione è possibile, stante il cancro delle istituzioni nazionali ed internazionali, Europa in primis, con le quali non esiste nessun dialogo se non uno pessimo fra loro, non potremo domani dire che non lo sapevamo…

Ma questi sono discorsi da disturbati psichici, eccepirà qualche…assuefatto.

Arnaldo De Porti

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