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"PSICOPILLOLE. PER UN USO ETICO E STRATEGICO DEI FARMACI" ARRIVA IN LIBRERIA

Un testo fondamentale per orientarsi nel complicato mondo della cura dei disturbi psichici e dell’uso degli psicofarmaci
Milano – Dal 31 di agosto è arrivato nelle librerie Psicopillole. Per un uso etico e strategico dei farmaci, edito da Ponte alle Grazie.
La fiducia nei progressi della medicina – tipica del nostro secolo – sta portando sempre più a ritenere che esista una compressa per risolvere ogni disagio e, al tempo stesso, che ogni disagio possa essere superato solo grazie ad una “psicopillola”. Ma è proprio così? L’obiettivo di Psicopillole. Per un uso etico e strategico dei farmaci è di confutare questa prassi.
Il volume, con la prefazione di Giorgio Nardone e scritto da Alberto Caputo e Roberta Milanese spiega, infatti, che non tutti i disagi emotivi, relazionali e psichici sono patologie che richiedono una terapia farmacologica per essere risolte. Anzi: gli psicofarmaci possono essere superflui, se non addirittura dannosi quando impiegati per affrontare disturbi che non appartengono alla sfera biochimica dell'individuo, ma all’insieme di relazioni che la persona intrattiene con se stessa e con gli altri.
«L’idea di questo libro nasce da quello che ci è apparso un “vuoto” informativo. – Dice la dott.ssa Roberta Milanese – L'approccio psicologico-psicoterapeutico e quello medico-psichiatrico finiscono spesso per contrapporsi quando si tratta della cura dei disturbi psichici, offrendo alla persona bisognosa di aiuto informazioni e proposte terapeutiche differenti e spesso in netto contrasto tra di loro».
«La vita umana è fatta di alti e bassi, di piaceri e dolori; “normalità” non è sinonimo di felicità costante – spiega il dott. Caputo – è quindi legittimo chiedersi se sia proprio necessario interpretare ogni sofferenza o difficoltà nei termini di un disturbo psicologico. I manuali diagnostici che classificano le patologie mentali hanno conosciuto vari cambiamenti ma soprattutto un ampliamento significativo delle proprie categorie da comprendere quasi ogni genere di disagio». Spiega lo psicoterapeuta. Così, il lutto per una morte può essere confuso con la depressione, l’agitazione di un bambino diventa sindrome da deficit di attenzione. Questi e una serie di altri esempi simili possono essere fatti per spiegare quanto la tendenza del “farmaco facile” sia in costante ascesa.
Il volume mira proprio a dimostrare la dannosità dell’abuso da farmaci nel trattamento di disturbi psicologici. Sei capitoli didattici e ricchi di esempi per un volume non solo rivolto agli “addetti ai lavori”, ma anche al lettorato attento a questo genere di tematiche. «Si tratta di un testo semplice – affermano gli autori – pensato per il largo pubblico. Da qui la scelta di un taglio divulgativo, in modo tale che potesse essere compreso anche dai non tecnici. Nonostante non sia un manuale per “addetti ai lavori” – continuano Caputo e Milanese – lo consigliamo anche a colleghi psicologi e medici interessati a una riflessione critica sulla tendenza a diagnosticare in modo improprio i disturbi mentali e a curarli con rimedi chimici “a pioggia”».
Alberto Caputo, psichiatra e psicoterapeuta è Dottore Ricercatore in Psichiatria e Scienze Relazionali. Perfezionato in Psicologia Forense e Consulente del Tribunale; vive e lavora a Milano. Tra i suoi libri ricordiamo: La cura del Sé (2004), Schifoso traditore (2009); Sesso, la guida completa (2011).
Roberta Milanese, psicologa e psicoterapeuta, è ricercatore associato del Centro di Terapia Strategica di Arezzo e docente della Scuola di specializzazione in Psicoterapia Breve Strategica. Vive e lavora a Milano. Ha pubblicato con Ponte alle Grazie Le prigioni del cibo (1999); La terapia dell’azienda malata (2000), Coaching strategico (2007); Cambiare il passato (2009) L’azienda vincente (2012); Il tocco, il rimedio, la parola (2015).

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