MARGINALMENTE n.145 del 19.ago.2017

LECCARE I POTENTI, INGANNARE I LETTORI

Il fatto in sé non sarebbe degno di nota se, marginalmente, non si potessero fare delle considerazioni su un minimo sindacale di deontologia professionale di alcuni giornalisti. Il fatto è questo. All’inizio di agosto, il settimanale “Chi” ha sparato una slinguata eccessiva al potente Renzi fotografando la moglie sulla spiaggia di un campeggio di Castiglione della Pescaia e lodando – con eccesso di salivazione – le vacanze low cost renziane. Non solo non risulta il soggiorno in tenda dell’ex premier e famiglia, ma “La Verità” ha accertato che la famiglia “reale” soggiorna a Forte dei Marmi all’Hotel Villa Roma Imperiale dove il collega Giacomo Amadori ha scoperto prezzi dai 2500 ai 3000 euro a notte per marito, moglie e tre figli; e la stessa famigliola va in spiaggia all’esclusivo Bagni Alpemare, per soli vip, di proprietà dell’amico Andrea Bocelli.

Qual è il problema, vi chiederete? Non ci stupisce che un potente finga di avere abitudini simili a quelle del popolo mentre preferisca gli agi della razza padrona. Solo Berlusconi non temeva di mostrare il suo status di miliardario. Non ci stupisce nemmeno che Renzi prenda in giro gli italiani perché l’hanno capito anche i genuflessi del giglio magico. Non ci stupisce ma ci indigna che tentino di prenderci per i fondelli, e che lo facciano attraverso giornalisti che dovrebbero servire i lettori e quantomeno “moderare” le menzogne.

E veniamo all’articolo sbavoso di “Chi”. Il senzapudore ha scritto che Agnese aveva scelto un campeggio davvero modesto dove pagava solo otto euro al giorno. A questo punto sono saltato dalla sedia essendo io vecchio scout come (e spero meglio, in confronto al valore scout della lealtà) di Renzi e consorte; ed essendo tutt’ora accanito camperista campeggiatore. “Otto euro in campeggio in Toscana?” ho urlato svegliando mezzo campeggio di Peschici. Chiunque abbia la passione per l’aria aperta e giri l’Italia, sa che deve evitare come la peste, se può, la Toscana e la Liguria, per via dei prezzi alti dei campeggi. E allora, come i vecchi giornalisti di una volta (un po’ rompipalle, lo ammetto, ma più utili ai lettori) ho controllato. Il menzionato campeggio Baia Verde di Castiglione della Pescaia di otto euro ha solo un posto tenda in bassa stagione. Ad agosto, il posto tenda costa 17 euro al giorno, ogni persona (sì, caro collega, in campeggio non si paga la tenda e nient’altro) altri 15 euro al giorno, il posto auto altri 6 euro. Totale, per cinque persone, 98 euro al giorno. Oltre dodici volte in più da quanto entusiasticamente dichiarato dal genuflesso settimanale gossipparo. Renzi ha fatto scuola, ma certi giornalisti sono i primi della classe.

IL PORNO CELLULARE STATALE

Poi dicono che le commissioni parlamentari d’inchiesta non servono a niente! Invece, la Commissione sulla digitalizzazione della Pubblica amministrazione ha evidenziato una serie di sprechi. Intanto, diciamo che i cellulari pagati dallo Stato sono 401.839. Già questo fa girare un po’ le scatole al povero contribuente. Il bello è che la Commissione ha scoperto (attenzione, attenzione!) ben 12mila iscrizioni a Serie A Tim, 630 all’Oroscopo quotidiano,260 a un sito di ricette. Inoltre (aprite gli occhi!) 840 attivazioni di abbonamento a Sexiland, 665 a Le Porno Erasmus, 564 a Video Hard Casalinghi. In cinque anni, questi sfizi dei dipendenti beneficiati da cellulare di Stato, sono costati ai contribuenti ben 7 milioni e 700mila euro.

Noi immaginavamo che molti statali facessero…praticassero onanismo, ma non pensavamo che dovessimo pagar loro anche gli stimoli delle chat erotiche!

PER ARAFAT UNA PIAZZA A ROMA?

La madre degli imbecilli è sempre incinta. Sarà per questo che, “regnando” la pentastellata Raggi, a Roma si vorrebbe intitolare una piazza della città all’ex leader palestinese Yasser Arafat, capo indiscusso del terrorismo palestinese che per decenni ha insanguinato mezzo mondo, Italia (e Roma) compresa. Solo il potere consociativo della sinistra internazionale poteva far sì che, in questo nostro mondo alla rovescia, Arafat arrivasse ad essere insignito del Premio Nobel per la pace. Una barzelletta, come lo stesso premio conferito al democratico Obama qualche mese dopo l’elezione: un Nobel sulla fiducia. E come i discutibili Nobel per la letteratura al “compagno” italiano Dario Fo e al “compagno” statunitense Bob Dylan (che ha pure snobbato la cerimonia pur recandosi un anno dopo per ritirare il ricco assegno).

A parte la strage alle Olimpiadi di Monaco del 1972 dove 11 atleti israeliani vennero torturati, evirati e uccisi; il dirottamento della nave “Achille Lauro” con l’uccisione di un turista ebreo paraplegico; e centinaia di attentati terroristici in tutto il mondo; ricordiamo gli attacchi in Italia dei terroristi palestinesi di Yasser Arafat. Il 17 dicembre 1973, commando palestinese colpisce a Fiumicino: 34 morti e più di 15 feriti; 9 ottobre 1982, palestinesi attaccano la sinagoga di Roma, muore un bimbo di 2 anni, Stefano Gaj Tachè, e restano ferite 37 persone; 27 dicembre 1985, palestinesi colpiscono di nuovo a Fiumicino e a Vienna: 13 morti (più 6, in contemporanea, a Vienna) e più di 100 feriti. E lasciamo in sospeso la famosa pista palestinese per la strage di Bologna del 2 agosto (lasciata perdere dagli inquirenti per seguire quella del terrorismo di estrema destra) sulla quale sono stati scritti libri.

Ma siccome il terrorismo psicologico della sinistra italiana pro palestinesi è ancora forte, nessuno – tranne la flebile voce della Comunità ebraica di Roma – ha protestato per l’ideona della piazza ad Arafat, e la notizia non ha avuto la diffusione e il risalto che avrebbe meritato.

E ANCHE FEDE SLECCA RENZI

Se la lingua è come la spada, dev’essere anche ben unta per funzionare bene. Nel famoso Bagno Alpemare già menzionato, Renzi ha incontrato l’ex fedelissimo berlusconiano Emilio Fede. I due si sono intrattenuti a lungo e, al termine, Fede ha parlato con un giornalista di Dagospia dicendo tutto il bene possibile di Renzi e della moglie Agnese. Che dire: chiusa una porta si apre un portone. Basta leccare la serratura.

Antonio Biella

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