E’ LA STAMPA A CREARE PUBBLICA OPINIONE O SI SONO INVERTITE LE PARTI ?

(Arnaldo De Porti)

Da tempo osservo che i quotidiani, salvo rare eccezioni, pure loro a volte sindacabili, non soddisfano più chi li legge e tutto ciò viene confermato anche dal fatto che le vendite sono in caduta libera e che l’utenza ha talmente declassato i giornali al punto da considerarli, quanto ad importanza, addirittura al pari della politica, e cioè poco più di nulla. Il che è tutto dire…
Questo non succede solo da noi, ma anche negli USA, ove Trump (a torto o ragione) sembra essersi scagliato contro alcuni di essi con inaudita veemenza. Ma se negli USA c’è una motivazione ben precisa notoriamente in capo al loro Presidente che ha la forza per farlo, in Italia invece le cose sembrano essere molto diverse, a prescindere dall’avvento dell’informatica che, secondo qualche statistica, avrebbe influenzato negativamente lo status quo mediatico. Cosa da vedere anche questa, quanto a giustificazione.
Osservo infatti che è cambiato il modo di fare giornalismo e che quasi tutto rotea attorno al numero delle copie da vendere per cui, il più delle volte, per fronteggiare il fenomeno, si preferisce fare titoloni ad effetto per invogliare l’acquisto per poi “tradire” l’utente attraverso contenuti sindacabili e devianti, talvolta anche mal scritti, dimenticando che questo modus operandi, un po’ alla volta, allontana e demoralizza il lettore, causa vera più attendibile delle altre..
Osservo anche che il numero delle lettere ai quotidiani (anche da parte mia seppure giornalista) è in forte aumento tanto da dover ipotizzare che esista una voglia di promuovere pubblica opinione presso le… redazioni, al contrario di quanto dovrebbe invece succedere, stante il fatto che le notizie a volte sono più fresche e meglio conosciute dal cittadino che dal giornalista stessa. Il guaio è che la scelta delle tante lettere, quasi sempre degli stessi estensori, cade su contenuti che non devono assolutamente configgere con la linea del quotidiano e che, quand’anche ciò dovesse accadere, devi aspettarti una risposta salata dal responsabile di turno, talvolta accompagnata da malcelata cortesia, quando detta lettera non venga addirittura cestinata.
Le nuove leve redazionali sono nate e continuano con questo spirito, non sottacendo che anche i giornalisti noti, sembrano ogni giorno abdicare dalla carta stampata per “lavorare” in televisione tanto da trasformarli in una sorta di “ attori “ che, col tempo, a furia di tanta visibilità, trovano aperte le porte della politica. Realtà che, al giorno d’oggi, sembra una costante, come da tantissimi esempi che abbiamo di fronte agli occhi.
Ovviamente queste sono considerazioni che arrecano fastidio alle redazioni, le quali, per giustificarsi, preferiscono non dare retta al lettore, motivando i suoi scritti come una rottura di… in quanto disturbano una omologazione ad una certa assuefazione (scusate il bisticcio), dicotomia che ormai ha fatto il suo tempo. Per cui, io considero il loro silenzio in…assenso ! Non sottacendo che, anche per le motivazioni da me addotte, in dieci anni le vendite risultano letteralmente dimezzate (fonte Ads 2017) e che detto contesto può pertanto considerarsi in uno status di agonia.
ARNALDO DE PORTI

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