CALENDA A MIX 24 SU RADIO 24: NON VOTO ALLE PRIMARIE, NON SONO ISCRITTO AL PD, NON MI HANNO MAI CHIAMATO

Domenica voterà alle primarie? “No”. Risponde in modo netto Carlo Calenda, Ministro dello sviluppo economico, intervistato a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24, e spiega: “Io non sono iscritto al Pd. Guardi, ieri il sindaco credo di Civitavecchia mi ha detto Calenda se ne deve andare dal Pd perché ho detto che Alitalia non deve essere nazionalizzata. Voglio dare una notizia, non ci sono mai stato nel Pd”. Alla domanda se oggi si senta un tecnico Calenda risponde ai microfoni di Radio 24: “Non lo so, così mi dicono. Non lo dicono sempre in maniera positiva”. Minoli quindi incalza chiedendogli se c'è la possibilità o meno che si si iscriva al Pd e Calenda risponde: “No guardi, però le racconto una cosa divertente. Lo dissi un po' di tempo fa Mi farebbe piacere partecipare a un progetto plurale ecc, iscrivermi al Pd. Non m'ha chiamato manco il segretario di Frosinone! Pare che il messaggio sia chiaro!”. “Rimani tecnico così ti possiamo criticare perché sei tecnico” conclude Calenda a Radio 24.

CALENDA A MIX 24 SU RADIO 24: NAZARENO BIS? CI PUO ESSERE UNA CONVERGENZA DOPO

“Penso che un'agenda riformista, forte, importante dovrebbe avere – deve avere – il sostegno del Pd, ma bisogna anche sfidare il centrodestra nel dirgli: che cosa volete essere? Volete essere la Le Pen o siete pronti ad affrontare un'agenda riformista e nel caso anche a votarla?” Così Carlo Calenda, Ministro dello sviluppo economico, intervistato a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24. E alla domanda di Minoli che gli chiede se nel suo scenario ci sia un Nazareno bis, Calenda risponde: “No, no, non ci sarà, guardi, non sono così ingenuo, non ci sarà nessuna alleanza prima delle elezioni. Però ci può essere e ci deve essere una convergenza sui contenuti perché l'Italia lo richiede”.

CALENDA A MIX 24: VIVENDI, CI VUOLE TRASPARENZA

“(Vivendi) non ha detto, quando ha incominciato a comprare pacchetti di Mediaset, cosa ci voleva fare. E, peraltro, la cosa interessante è che in Francia esiste una norma proprio per queste situazioni, in cui si dice che chi compra il 10% di una società quotata e strategica dice che cosa ci vuole fare. Poi legittimamente può fare un'Opa, vuole gestire la governance, un investimento finanziario. Quello che non può succedere è che si paralizzi un'azienda – che ha un valore sociale, perché deve funzionare e deve dare lavoro alla gente ecc. – senza chiarire qual è l'obiettivo finale. E ancora non è chiaro”. Si esprime così Carlo Calenda, Ministro dello sviluppo economico, intervistato a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24 parlando dell'azione di Vivendi nei confronti di Mediaset. A Minoli che gli chiede quindi il motivo per cui si sia fatto subito muro per Mediaset mentre nessuno abbia detto nulla quando i francesi hanno comprato la BNL, la grande distribuzione, il lusso, gran parte del risparmio, Calenda risponde: “Non solo non si è detto una parola ma si sono dette molte parole positive. Io ho fatto fare uno studio: i marchi del Made in Italy comprati dai francesi sono rimasti in Italia, hanno investito di più, creato più occupazione. Può capitare anche con Mediaset e Vivendi” E aggiunge: “Il problema per me non è la proprietà, non è di chi è la proprietà di Mediaset. Il problema è le regole attraverso cui tu acquisisci la proprietà o meno di Mediaset. Il problema è il processo che deve essere trasparente, non la difesa dell'italianità che non c'entra niente. L'ho chiarito credo oltre ogni ragionevole dubbio. Il tema è: avere una legislazione che difenda i risparmiatori, i dipendenti dell'azienda, nel senso di rendere trasparenti le intenzioni di chi compra. L'italianità o meno, a parte alcuni settori che sono peraltro disciplinati in maniera molto chiara, è una cosa che credo sia una discussione assolutamente assurda”.

CALENDA A MIX24 RADIO 24: LA CORSA AL MACRON ITALIANO, DOBBIAMO TROVARE LE NOSTRE VIE
Dopo la vittoria di Macron, in Italia si è scatenata una corsa un po' provinciale a chi è più Macron degli altri. A Minoli che durante Mix24 su Radio 24 chiede a Carlo Calenda se abbia senso, il Ministro dello sviluppo economico risponde: “No, io l'ho scritto. Ho fatto un tweet!” e continua: “Questo è sempre successo. Quando vinceva Hollande era la sinistra che ritornava, Cameron è la big society e la destra, Blair eravamo tutti della terza via… in Italia noi dobbiamo trovare le nostre vie, le nostre leadership. Non possiamo pensare sempre di importare modelli dall'estero. Tra l'altro modelli che ancora non hanno provato nulla, perché siamo addirittura al primo turno.”

Il Ministro Calenda prosegue poi spiegando che conosce bene Macron e afferma a Radio 24: “Abbiamo lavorato insieme bene sull'acciaio e sui dazi verso la Cina. E' un liberale pragmatico, non ideologico. In questo è una linea che mi riconosco e che ci accomuna, ma oltre questo non so, si vedrà quello che sarà capace a fare.” Il ministro sottolinea anche: “siamo tutti e due liberali ma sentiamo che in un mondo come questo il liberalismo va temprato col pragmatismo e non deve essere ideologico.” Cioè non può essere una globalizzazione selvaggia? Incalza Minoli e il ministro controbatte: “Ma certo, non può essere il fatto che tu dici ‘siccome sono un liberista allora chi fa dumping può vendere i suoi prodotti in Europa. Questo non ha niente a che fare con il liberismo, questo è cretinismo che è una cosa diversa.”

Lascia un commento