A proposito di "Giovani Turchi"

Egregio direttore,
ci sia consentita una doverosa precisazione all’articolo di Marco
Damilano pubblicato in data 4c.m., dal titolo “Frazionismo malattia
cronica della sinistra” nel quale viene ancora una volta utilizzato il
termine “Giovani Turchi”.

Non abbiamo alcuna intenzione di entrare nelle dinamiche interne del
Partito Democratico ma in passato abbiamo inutilmente cercato di far
capire che i Giovani Turchi sono stati un movimento che ha pianificato e
messo in pratica il genocidio armeno.
L’uso di tale nome (a dire il vero utilizzato anche negli anni Cinquanta
per un breve periodo per etichettare un gruppo di politici sardi
capeggiati da Cossiga) provoca negli armeni italiani e in tutti coloro
che hanno un minimo di conoscenza storica un sentimento di repulsione e
di rabbia. È come se un partito politico decidesse di chiamare (o
accettare che venga chiamata) una propria corrente interna con il nome
di Hitler Jugen.

Nel 1915 un milione e mezzo di armeni vennero massacrati in quello che è
comunemente riconosciuto come il primo genocidio del Novecento; i
sopravvissuti dovettero abbandonare la propria terra natale e tutti i
beni. Oggi, il “Sultano” Erdogan e la Turchia continuano a perseguire
una politica negazionista.

E, ci creda, è davvero penoso continuare a leggere o ascoltare in Italia
il termine “Giovani Turchi”; specie con l’approssimarsi della ricorrenza
del genocidio (24 aprile).

Le saremmo grati se potesse pubblicare questa precisazione a beneficio
dei lettori che ancora non conoscono quella tragica pagina di storia,
con l’augurio che i media e i politici interessati abbandonino
definitivamente l’uso di tale nefasto nome.

Cordiali saluti e buon lavoro

CONSIGLIO PER LA COMUNITA’ ARMENA DI ROMA
www.comunitaarmena.it

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