Esattamente cento anni fa Pablo Picasso soggiornò a Roma per otto settimane: in quel periodo la città e il Teatro Costanzi furono la cornice di una serie di incontri tra i protagonisti dell’avanguardia dell’epoca. L’occasione fu la tournée romana della compagnia dei Ballets Russes di Sergej Djagilev, invitati all’Opera (come era già avvenuto nel 1911) dall’impresaria del teatro, Emma Carelli. Picasso, allora trentaseienne, voleva iniziare a lavorare sul sipario di Parade, il balletto ideato da Jean Cocteau su musiche di Satie: era stato proprio il geniale Djagilev a promuovere la collaborazione dei tre artisti su un unico progetto. Giunti a Roma Cocteau e Picasso abitarono all’Hotel de Russie, mentre la compagnia di Djagilev alloggiava in un albergo al Pantheon. Per una delle ballerine, Olga Koklova, il pittore ebbe un colpo di fulmine: la avrebbe sposata pochi mesi dopo.
Il 10 aprile 1917, nel ridotto del Teatro Costanzi, fu allestita una mostra di opere della collezione di Léonide Massine, ballerino e, da quell’anno, anche coreografo della compagnia. Erano esposte creazioni di autori dell’Avanguardia, molti dei quali erano presenti nel foyer e nelle sale del Teatro: Bakst, Balla, Depero, Prampolini oltre naturalmente a Djagilev, Stravinskij, Cocteau, Massine e Picasso, un cui quadro era per la prima volta presentato a Roma. La sera del giorno precedente i Ballets Russes erano andati in scena con un programma formato da L’uccello di fuoco di Stravinskij e Feux d’artifice dello stesso autore, che diresse anche la sua partitura con, sullo sfondo, uno “scenario plastico” di Giacomo Balla.