INSIEME per gli italiani. RICONOSCIMENTO DELLA CITTADINANZA ITALIANA NON RIACQUISTO

di Carmelo Cicala Presidente di INSIEME per gli italiani

Il programma di INSIEME

Non riacquisto della cittadinanza ma riconoscimento della cittadinanza. Non si può riacquistare qualcosa che è tuo.

Ogni Italiano, ovunque esso viva, merita un’adeguata assistenza sociale, sanitaria e umanitaria, soprattutto se disabile, affetto da gravi malattie, portatore di handicap o che si trovi in gravi condizioni economiche. Alcuni aspetti dello Stato Sociale vanno assolutamente preservati. I diritti alla casa, alla salute, a una sana alimentazione, al riacquisto della cittadinanza italiana e all’istruzione rimangono inalienabili e riguardano tutti.

In America esiste un problema circa il riacquisto della cittadinanza italiana da parte di cittadini cui gli States avevano espressamente richiesto di rinunciarvi per poter continuare a lavorare. Il profondo rammarico di sentirsi irrimediabilmente privato di una condizione intrinseca e presente dalla nascita, deprime ed offende la dignità dei nostri connazionali. INSIEME attraverso L’ON. Fucsia Nissoli, si adopererà per rendere agevole il riacquisto della cittadinanza italiana senza troppi fronzoli ed impedimenti che, di fatto, rendono difficile se non impossibile la procedura. Il riacquisto della cittadinanza è previsto dall’art. 13 della Legge 91 del 5 febbraio 1992. Essa offriva la possibilità di riacquistare la cittadinanza solo per un breve periodo di tempo dichiarando questa volontà presso una autorità diplomatica-consolare. Al 31 dicembre 1997 si decisa che questa possibilità avrebbe dovuto seguire un altro iter e che la semplice dichiarazione di volontà alla presenza delle autorità diplomatiche consolari non fosse più sufficiente. In particolare, la lettera C) e la lettera D) dell’art. 13 sono rilevanti e prevedono lo stabilimento della residenza in Italia ma si tratta di due ipotesi ben distinte: La lettera c) recita: “se dichiara di volerla riacquistare ed ha stabilito o stabilisce, entro un anno dalla dichiarazione, la residenza nel territorio della Repubblica”. In questo caso la legge richiede una espressa dichiarazione di volontà da parte dell’interessato al riacquisto della nostra cittadinanza. Tale dichiarazione di volontà può essere, alternativamente, resa presso gli uffici consolari di provenienza (e successivamente presentata al Comune in Italia in cui si desidera stabilire la propria residenza), o prestata direttamente al Comune italiano. In tali circostanze, gli aspiranti al riacquisto possono fare il loro ingresso in Italia muniti di visto turistico o per “residenza elettiva” e chiedere quindi alla Questura competente il rilascio di un apposito permesso di soggiorno che abbia come motivazione il riacquisto del nostro status civitatis. Su questa base, gli interessati potranno chiedere ed ottenere l’iscrizione anagrafica presso i Comuni prescelti i quali, qualora la documentazione presentata sia in regola e verificata l’effettiva residenza, concedono il riacquisto. Più precisamente, il riacquisto decorrerà dal giorno successivo a quello in cui sarà stata stabilita la residenza. In questo modo, il riacquisto della cittadinanza italiana può essere ottenuto in breve tempo dopo il rientro in Italia . Se vengono rispettate le norme e le procedure sia dagli interessati che dai Comuni, si può constatare che il riacquisto della cittadinanza italiana può essere ottenuto quasi immediatamente dopo il rientro in Italia (anche se i tempi spesso dipendono dall’efficienza e dalla grandezza dei Comuni). Per rendere più spedita la procedura di riacquisto, è consigliabile che la dichiarazione di volontà venga prestata direttamente al Comune e che si scelga l’ultimo Comune di residenza in Italia che è in possesso degli atti relativi a tutta la storia anagrafica dell’interessato: a-La dichiarazione di riacquisto deve essere corredata dalla seguente documentazione; b-atto di nascita rilasciato dal Comune presso il quale detto atto risulta iscritto o trascritto; c-documentazione da cui risulti il trascorso possesso della cittadinanza italiana; documentazione relativa al possesso della cittadinanza straniera; d) certificato di situazione di famiglia o documentazione equipollente. Per ciò che concerne la residenza, è necessario precisare che il concetto rilevante ai fini del riacquisto della cittadinanza è quello assunto dall’art. 43 del Codice Civile, costituito da un elemento oggettivo dato dalla dimora abituale sul territorio della Repubblica, e da un elemento soggettivo, costituito dall’intenzione di eleggere una località italiana come sede dei propri affari e interessi. Nessuna incidenza possono quindi avere, ai fini del riacquisto, le residenze meramente anagrafiche. Ciò significa che l’ottenimento della residenza è subordinato alla visita di controllo di un vigile urbano all’indirizzo indicato che certifichi in maniera inequivocabile l’avvenuto stabilimento in territorio italiano. Verificata la residenza, il Comune emetterà l’esito dell’accertamento, lo trascriverà nei propri registri e, come detto, l’interessato riacquisterà la cittadinanza. Va inoltre tenuto presente che, secondo quanto stabilito dal punto 3 dell’art. 13, il riacquisto della cittadinanza può essere inibito entro un anno dal verificarsi delle condizioni stabilite per gravi e comprovati motivi.

La lettera d) recita: “dopo un anno dalla data in cui ha stabilito la residenza nel territorio della Repubblica, salvo espressa rinuncia entro lo stesso termine”. Questo caso è diverso dal precedente. In questa fattispecie, il riacquisto della cittadinanza italiana è automatico ma avviene dopo un anno di residenza in Italia, perché si è in assenza di una specifica dichiarazione di volontà da parte degli interessati. In altre parole, l’ex cittadino entra in Italia con regolare visto. Si iscrive presso il Comune nell’APR (l’Anagrafe della Popolazione Residente) facendo presente di essere un ex-italiano. Dopo un anno di residenza ininterrotta diventa automaticamente italiano, salvo che dichiari di rinunciarvi. Nel programma di INSIEME si prevede un intervento immediato presso il parlamento italiano per concedere senza limitazioni quella possibilità che la l’art. 13 della Legge 91 del 5 febbraio 1992 concedeva senza problemi e che fu revocata dopo cinque anni. Purtroppo moltissimi connazionali non vennero a conoscenza di questa opzione e, non sapendo che sarebbe durata solo per un periodo di tempo limitato, non hanno provvidero a richiedere. Che le istituzioni italiane siano distanti e disattente alle comunità italiane all’estero, è oramai risaputo ma non bisogna arrendersi. L’unico sistema idoneo a far sentire la loro voce ed il loro grido d’aiuto, è il Parlamento nel quale sollevare le questioni ad essi inerenti. Non è pensabile, umano ed etico dimenticarsi di quanti vivono in condizioni di indigenza e malattia . Non è politicamente ammissibile che il governo e le autorità italiane girino le loro attenzioni altrove facendo finta che gli italiani all’estero non esistano oppure rappresentino solo un dispendio inutile di denaro. Spesso dimentichi che questo fenomeno migratorio che non ha eguali al mondo è stato di formidabile aiuto per l’economia del nostro paese in epoche in cui, moneta forte e pregiata, entrava nelle sue casse attraverso le rimesse dei lavoratori alle loro famiglie (Tabelle 17-19). Si ignora colpevolmente l’apporto in termini di ricchezza di cui questo paese ha goduto in tempi in cui gli italiani stanziali in patria mangiavano scorze di patate e polvere di piselli. Nessuna legge purtroppo può imporre un rigurgito di ripensamento nell’animo di chi colpevolmente vuole solo che essi entrino definitivamente nel dimenticatoio della storia. Sedere in un gruppo misto alla Camera significa svincolarsi anche da queste logiche che sono imposte dai partiti. Lo si vede ogni giorno specie nel momento in cui scriviamo che parlamentari eletti all’estero hanno votato provvedimenti contro loro stessi. Infatti, senatori che sono stati chiamati a votare un emendamento sul senato federale , hanno votato per l’abolizione di senatori eletti nella circoscrizione estero. In pratica contro sé stessi.

In “Leggi il documento” il modulo di adesione ad INSIEME per gli italiani

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31 marzo 2010

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