DIVORZIO E MATRIMONIO: ASSENZA DI DIALOGO, ABITUDINI TROPPO ESOSE DELLA SPOSA O DELLO SPOSO, TENDENZA AD INGRASSARE DOPO IL Sì, ECCO I 10 SEGNALI PER PREDIRE LA SEPARAZIONE

Milano, 27 marzo 2017 – Alcuni matrimoni nascono sotto una buona stella e hanno più probabilità di durare a lungo, altri sono inevitabilmente destinati a concludersi prematuramente, ben prima dei 17 anni di media che l’Istat rileva dalle ultime indagini (il dato si riferisce all'anno 2015). Negli ultimi vent'anni è raddoppiata la quota delle separazioni dei matrimoni di lunga durata, passando dall'11,3% del 1995 al 23,5%. All'atto della separazione i mariti hanno mediamente 48 anni e le mogli 45 anni.

“A Milano la durata media dei matrimoni contratti negli ultimi 10 anni non supera gli otto anni”. È quanto emerge dai dati raccolti dall’associazione Familylegal, presieduta dall’avvocato Lorenzo Puglisi, che sottolineano anche un aumento delle separazioni a ridosso della bella stagione: «Fra aprile e la prima metà di giugno si registra il picco massimo delle separazioni: i dati raccolti da FamilyLegal evidenziano un +20% rispetto al resto dell’anno».

Ma se un tempo ci si separava più spesso a causa di un tradimento, ora i motivi sono più i più disparati: si va dall’impossibilità di conciliare la dieta (soprattutto se la coppia è composta da un vegano/a e da un onnivoro/a) alla differenza di vedute sull’educazione dei figli fino alle scelte su come trascorrere le vacanze.

“Partiamo dal presupposto che spesso il problema non sta nei motivi per cui ci si separa, ma in quelli per cui ci si è sposati. È per questo che basta un niente a far vacillare il vincolo” – spiega Puglisi, che, tramite Familylegal, ha raccolto i principali segnali da cui, fin dall’altare, è facile intuire che l’unione non sarà delle più longeve:

1. Se il costo del vestito della sposa è vertiginoso: è evidente che concentrarsi troppo sull’estetica rischia di far apparire l’ immagine come prioritaria rispetto a tutto il resto, a discapito dei reali sentimenti che dovrebbero starne alla base;

2. Se uno dei due ha cercato di migliorare il partner fin dall’inizio del fidanzamento: questo potrebbe rappresentare un indice di non accettazione dell’altrui persona che alla lunga porta ad incrinare il rapporto (il 75% delle coppie in cui uno dei due fuma e l’altro cerca di farlo smettere si lascia entro i primi 7 anni)

3. Se si trascorre meno di un’ora al giorno con il futuro marito/moglie: l’assenza di dialogo non favorisce la conoscenza reciproca del partner e anche a distanza di anni possono emergere lati caratteriali neanche lontanamente immaginabili;

4. Se dopo il matrimonio si smette di curare l’aspetto estetico aumenta la probabilità di infedeltà coniugale, specie se si inizia a ingrassare;

5. Se il matrimonio viene interamente organizzato da uno soltanto dei due coniugi: nel 60% delle coppie separate soltanto uno dei due (non necessariamente la moglie) ha imposto all’altro la propria idea di come organizzare la cerimonia;

6. Se si chiedono in prestito soldi alla famiglia di lui o di lei: il rischio di non essere in grado di restituirli è molto alto così come alta è la probabilità di compromettere la propria immagine ai loro occhi;

7. Se ci si sposa per riconoscenza: ad esempio mi sposo con il medico che ha operato mio padre o con qualcuno che mi è stato vicino durante un lutto o un periodo particolarmente difficile;

8. Se esistono differenze culturali macroscopiche: nel tempo il background di ciascuno dei coniugi, ancorché addolcito dai sentimenti di coppia, può tornare a galla prepotentemente, per questo interessi diversi possono condurre nel tempo a laceranti divisioni;

9. Se uno dei due coniugi è simbioticamente legato ad un genitore: sul punto la Cassazione ha più volte rimarcato come una delle principali cause di addebito vada ricercata proprio nella mancata recisione del legale parentale;

10. Se entrambi i coniugi lavorano nel medesimo ambiente: stare troppo a contatto con il proprio partner 24 ore su 24 rischia di essere controproducente e il fatto di non coltivare una propria individualità nel lavoro rischia nel tempo di soffocare l’unione.

“Devo al contrario sconfessare un falso mito – conclude Puglisi – chi si informa sulla separazione o sulla comunione dei beni, o addirittura sui patti prematrimoniali ha più probabilità di rafforzare nel tempo il proprio legame coniugale, motivo in più per inserire questi temi tra le materie “obbligatorie” dei corsi prematrimoniali”.

Ivana Germani
Chief Operation Officer
STAND OUT SRL

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