“Facciamo sesso, amore mio?”

(Scherzoso dialogo immaginario tra due monache)

Veronica: “Insomma, è un po’ come mettere un piatto di profumate lasagne al forno davanti a chi le lasagne al forno non le può mangiare; un vassoio di fragranti sfogliatelle davanti a chi non può toccare dolci”

Teresa: “Parli da sola, amore mio? Non è la prima volta che parli col computer…”

Veronica: “Ce l’avevo con una frequentatrice del blog “Come Gesù”. Ha chiesto a don Mauro di pubblicare sul blog un brano che per un prete è per l’appunto ciò che stavo dicendo. Simpaticamente maliziosa, la signora, non avrà fatto venire l'acquolina in bocca a don Mauro e a qualche altro bravo prete che legge il blog? Senti qua: «L’amore lo si fa parlando. Ma non parlando solo con le parole, bensì parlando con il nostro corpo, il nostro atteggiamento, la nostra lingua, il nostro sguardo. Perché non possiamo ridurre un’espressione così intensa ad un semplice atto sessuale. È difficile ricreare questo concetto in una società che ha ricevuto un’educazione coito-centrica. Ci hanno insegnato che dobbiamo fare l’amore con il mero contatto sessuale. Invece non è così: il contatto sessuale è solo una parte del fare l’amore».

Teresa: “Beh, mi sembra ci sia un po’ di esagerazione. Società coito–centrica… ci hanno insegnato… Chi ci ha insegnato che dobbiamo fare l’amore con il mero contatto sessuale? Chi ha imparato questo? E’ vero che molti fanno sesso per il solo gusto di fare sesso, così come si mangia una pizza per il solo gusto di mangiare una pizza, ma tra due persone innamorate non succede così. L’amore tra due persone innamorate non si riduce per niente ad un semplice contatto sessuale. Due persone innamorate non hanno bisogno di lezioni. Noi due ne siamo la prova, vero cara?”

Veronica: “Ma l’acquolina in bocca a don Mauro e a qualcun altro, sarà venuta leggendo la poesia di Julio Cortázar”

Teresa: “Leggimela”

Veronica: “Senti: «Quello che mi piace del tuo corpo è il sesso./ Quello che mi piace del tuo sesso è la bocca./ Quello che mi piace della tua bocca è la lingua. /Quello che mi piace della tua lingua è la parola».

Teresa: “Altro che acquolina, amore mio: sesso, bocca, lingua… Però, non è frequentato solo da preti, il blog, ci saranno anche persone che all’amore hanno rinunciato, che hanno fatto voto di castità…anche a loro verrà l’acquolina in bocca?“

Veronica: “Ma dai, io scherzo, magari l’acquolina in bocca non sarà venuta a nessuno. Stando alla metafora della sfogliatella: io penso che se qualcuno, potendola mangiare, rinuncia con facilità a gustare una sfogliatella, significa che in fondo non è molto attratto dalla sfogliatella. C’è chi non è per niente attratto dalle lasagne al forno, e allora non fa un gran sacrificio a non mangiare lasagne al forno, anzi… “

Teresa: “Niente acquolina, allora. Che altro ha scritto d’interessante, la maliziosa?”

Veronica: “C’è una profonda considerazione, molto, molto interessante, originale, mai sentita prima, senti: «Ma la riflessione su cui vogliamo portarvi oggi intende mettere in luce il fatto che fare l’amore e fare sesso non sono la stessa cosa. Nella maniera più assoluta”

Teresa: “Come sei cattiva, amore mio, sei cattivissima. Facciamo sesso, amore mio?”.

Veronica Tussi

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