IL PUNTO n. 620 del 19 marzo 2017 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)

SOMMARIO: L’EUROPA CHE SOGNO (di Papa Francesco) – SALVINI – TUTTI LIBERI – COSI’ VINCE IL “NERO” – APPUNTAMENTI

Vi propongo su questo numero in intervento di papa Francesco che in mesi di grandi turbolenze europee dà a mio avviso una sintesi chiara ed apprezzabile di cosa dovrebbe essere per tutti noi l’Unione Europea. Intanto in Italia è in atto l’insabbiamento delle accuse al “Giglio Magico” – che infatti sono sparite dalle cronache – mentre il governo ha “piazzato” nelle mani dei “soliti noti” le cariche delle società pubbliche. E’ inaudito che un banchiere come Profumo– dopo la disastrosa odissea di Monte dei Paschi di Siena – venga premiato con l’ex Finmeccanica e tutta questa gente continui a pretendere e prendere stipendi da favola senza concorrenza, senza un esame, un confronto ma solo e soltanto per sponsorizzazioni politiche. Visto che oggi MATTARELLA parla tanto di mafie, queste nomine cosa sono, in buona sostanza, se non walzer di una casta chiusa che fa prima di tutto i propri affari?

Mille occasioni per l’opposizione, ma nessuno ne approfitta e perfino Salvini si fa male da solo, anche se proprio le cronache quotidiane (vi propongo quanto è successo a Stresa e Verbania) confermano la necessità di un cambiamento profondo della nostra società

L’EUROPA CHE SOGNO

(di Papa Francesco)

Nei mesi scorsi papa Francesco ha ricevuto il premio Carlomango e nel suo intervento ha rilanciato l’idea delle radici europee. Lo riprendo offrendolo come riflessione ai miei lettori: mi ritrovo nelle parole del Papa.

“Che cosa ti è successo, Europa umanistica, paladina dei diritti dell’uomo, della democrazia e della libertà? Che cosa ti è successo, Europa terra di poeti, filosofi, artisti, musicisti, letterati? Che cosa ti è successo, Europa madre di popoli e nazioni, madre di grandi uomini e donne che hanno saputo difendere e dare la vita per la dignità dei loro fratelli?”. C’era nei Padri che immaginarono l’Europa unita un’ardente desiderio di novità, ma quegli ideali ora paiono spenti, adesso si “guarda al proprio utile”, si sta chiusi in recinti particolari. Servirebbe una trasfusione della memoria che ci ricordi che i padri fondatori dell’Europa seppero cercare strade alternative, innovative in un contesto segnato dalle ferite della guerra. Essi ebbero l’audacia non solo di sognare l’idea di Europa, ma osarono trasformare radicalmente i modelli che provocavano soltanto violenza e distruzione”.

Siamo invitati oggi a promuovere un’integrazione che trova nella solidarietà il modo in cui fare le cose, il modo in cui costruire la storia. Una solidarietà che non può mai essere confusa con l’elemosina, ma come generazione di opportunità perché tutti gli abitanti delle nostre città – e di tante altre città – possano sviluppare la loro vita con dignità. Il tempo ci sta insegnando che non basta il solo inserimento geografico delle persone, ma la sfida è una forte integrazione culturale”. Non servono “colonizzazioni ideologiche”, perché l’ampiezza dell’anima europea si distingue non nel contrapporsi ad altri, ma nel portare impressi i tratti di varie culture e la bellezza di vincere le chiusure…

…Servono modelli economici più inclusivi ed equi, non orientati al servizio di pochi, ma al beneficio della gente e della società con il passaggio da un’economia liquida a un’economia sociale che dal profitto in base alla speculazione e al prestito a interesse porti invece ad un’economia sociale che investa sulle persone creando posti di lavoro e qualificazione.

Sogno la rinascita di un’Europa affaticata, ma ancora ricca di energie e di potenzialità, alla quale può e deve contribuire la Chiesa” per aprire nuovamente la capacità di sognare quell’umanesimo di cui l’Europa è stata culla e sorgente

“Con la mente e con il cuore, con speranza e senza vane nostalgie, come un figlio che ritrova nella madre Europa le sue radici di vita e di fede, sogno un’Europa giovane, capace di essere ancora madre: una madre che abbia vita, perché rispetta la vita e offre speranze di vita”. Un’Europa che si prenda cura del bambino, che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca di accoglienza perché non ha più nulla e chiede riparo. Sogno un’Europa che ascolta e valorizza le persone malate e anziane, perché non siano ridotte a improduttivi oggetti di scarto”:

“Sogno un’Europa, in cui essere migrante non è delitto, bensì un invito ad un maggior impegno con la dignità di tutto l’essere umano. Sogno un’Europa dove i giovani respirano l’aria pulita dell’onestà, amano la bellezza della cultura e di una vita semplice, non inquinata dagli infiniti bisogni del consumismo; dove sposarsi e avere figli sono una responsabilità e una gioia grande, non un problema dato dalla mancanza di un lavoro sufficientemente stabile”.

Sogno un’Europa delle famiglie, con politiche veramente effettive, incentrate sui volti più che sui numeri, sulle nascite dei figli più che sull’aumento dei ben. Sogno un’Europa che promuove e tutela i diritti di ciascuno, senza dimenticare i doveri verso tutti. Sogno un’Europa di cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stato la sua ultima utopia”. (sintesi dala prolusione di papa Francesco)

IL FUTURO DI SALVINI

Vorrei capire se Matteo Salvini desidera essere solo un leader populista o se vuole invece prima o poi approdare a Palazzo Chigi.

Se per lui vale il primo obiettivo allora deve assolutamente continuare così, ma se vuole essere leader di governo la strada che sta seguendo è del tutto sbagliata rischiando di bloccare anche ogni possibilità per il centro-destra di tornare a dirigere l’Italia.

Non stiamo parlando di auspicabili accordi locali o regionali dove conta il candidato-sindaco, ma in vista delle prossime elezioni politiche dove – ma solo se unito e con un leader unificante – il centro-destra potrebbe superare sia il PD che il Movimento di Grillo, anche se almeno per ora sembra fare di tutto per mancare il risultato.

Piaccia oppure no è un fatto che Salvini non è amato al Centro-sud e anche al Nord molti moderati non di sinistra storcono il naso su certe iniziative leghiste: per conquistare i voti bisogna lavorare in serietà, chiarire le posizioni (per esempio il rapporto con l’Euro) e non limitarsi ai cortei o alla politica quotidiana di correre dietro alla (comprensibile) protesta. Matteo Salvini è intelligente e queste cose le ha capite da un pezzo, ma allora vuole essere davvero per sempre solo e soltanto il leader della Lega Nord giocando al “tanto peggio tanto meglio”? Peccato…

GUARDIE E LADRI, MA TANTO I GIUDICI LIBERANO TUTTI

Ha fatto rumore il caso di Lodi dove il derubato ha sparato a un ladro che alle tre di notte si era introdotto nel suo locale, uccidendolo, ed è stato denunciato e incriminato per omicidio volontario.

Nessuno parla però della quotidianità ovvero dell’incredibile numero di furti che avvengono nelle case di tutti. La scorsa settimana un esempio da manuale a Stresa dove – su segnalazione degli abitanti e con la loro collaborazione – i Carabinieri hanno bloccato 3 stranieri che stavano rubando in un condominio.

Portati in caserma i tre sono stati rimessi subito in libertà dal giudice e posti ai “domiciliari” a Gallarate dove risultavano residenti. Sono stati quindi gentilmente accompagnati a casa per oltre 50 chilometri dagli stessi Carabinieri e poi riportati a Verbania per andare a processo il giorno dopo. Uno dei tre era già nel frattempo evaso dai “domiciliari” ma la pena è stata comunque lieve: 3 mesi e tutti liberi come fringuelli, neppure un’ora di carcere!

Con che spirito la gente può fidarsi di un sistema giudiziario dove anche l’ “una tantum” di un arresto in flagranza finisce in questo modo? Soprattutto, come possono sentirsi motivate le Forze dell’Ordine se vedono regolarmente vanificato il loro lavoro? Sono le realtà di cui, appunto, non parla (quasi) nessuno ma intanto – secondo il Viminale – i furti in appartamento sono passati da 141.961 nel 2006 a 234.726 nel 2015 di cui il 97% resta impunito ed è per questo che molti non vengono più neppure denunciati.

VOUCHER: LA VITTORIA DEL “NERO”

Siamo alla follia. Poiché “Il paese non deve dividersi per un altro referendum” (Gentiloni dixit) vengono cancellati i voucher per i lavoratori saltuari.

L’introduzione dei voucher nel mercato del lavoro era stata una riforma positiva perché aveva permesso di far lavorare anche saltuariamente o part-time “in regola” dando un minimo di contribuzione assicurativa e in definitiva obbligando a far emergere almeno una parte del lavoro in “nero”. Indispensabile poi per tutte quelle attività (pensate ai ristoranti o all’ agricoltura) che a seconda dei giorni o dei periodi hanno diverse esigenze lavorative. Ci sono stati sicuramente degli abusi, ma anziché combatterli si vuole ora distruggere tutto il sistema-voucher.

Di demagogia in demagogia chi vince sarà appunto il “nero” che a parole si vuole sempre contrastare, ma che invece si fa di tutto per diffondere dando vantaggi a non fatturare e a non mettere in regola con una pratica complicità che porta a risparmi sia per il cliente che per il fornitore del servizio.

Togliere i voucher è un errore gravissimo e farà perdere posti di lavoro (almeno “ufficiali”), il contrario di quanto avviene nelle economie sane dove invece si dichiara tutti e tutto, ma dove poi si possono detrarre le spese e quindi si ha tutto l’interesse ad avere una tracciabilità per godere delle detrazioni fiscali.

Altro che “lotta all’ evasione”, così davvero la si incentiva!

APPUNTAMENTI

(questo spazio è a disposizione di tutti i lettori che vorranno segnalarmi incontri e/o appuntamenti)

OMEGNA – VENERDI 24 marzo ore 18 – Hotel Croce Bianca: ” IL BUSINESS DEI MIGRANTI” organizzato da Fratelli d'Italia – con Giovanni DONZELLI – Mattia CORBETTA – Luigi SONGA e il candidato a sindaco Paolo MARCHIONI

ROMA – DOMENICA 26 marzo ore 10.30 – Sala Uno di Via Marsala 42 “A 70 ANNI DAL TRATTATO DI PACE: PASSATO e FUTURO DELLE TERRE ISTRIANE E DALMATE” – organizza il circolo REX.

Buona settimana a tutti
Marco Zacchera

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