INSIEME per gli italiani. CONSOLATI ED AMBASCIATE CON IL 50% DEL PERSONALE RESIDENTE ALL’ESTERO

di Carmelo Cicala Presidente di INSIEME per gli italiani
Il programma di INSIEME

Il disastro delle reti consolari italiane nel mondo si è conclamato in tutta la sua drammaticità. Stanno chiudendo parecchie sedi ed i disagi per i connazionali all’estero aumentano. La logica sta soprattutto nel risparmio perché mantenere funzionanti queste strutture costa moltissimo. I consoli e gli ambasciatori usufruiscono di appannaggi da sogno. Essi non pagano nulla di tasca loro. Hanno spesato tutto nel loro mandato all’estero, dal trasloco per raggiungere la sede assegnata, alla residenza dove abiteranno, ai viaggi in Italia andata e ritorno per sé e la famiglia, alla retta scolastica gratuita per ciascuno dei figli nelle scuole private internazionali sino all’assegno di “sostentamento” per il coniuge costretto, poverino, a seguire il consorte nella sede estero che ammonta, vorremmo essere smentiti, a più di 20.000 euro all’anno. Avete capito bene! Certo perché il coniuge cosa farebbe all’estero dal momento che non potrebbe lavorare? Sarà mantenuto, a titolo di appannaggio minimo , dalle casse dello Stato italiano. I diplomatici sono dei veri e propri nababbi soprattutto se soggiornano in paesi del medio oriente per tre o quattro anni dove il cambio con l’euro è di centinaia di volte conveniente. Si tratta di una montagna di denaro pubblico e parliamo solo del personale diplomatico in sé. Ma questi uffici per funzionare, hanno bisogno anche di personale amministrativo e di sicurezza. A seconda delle sedi assegnate il suo numero varia ma non può scendere al di sotto di una soglia minima. Quello che si sa per certo è che anche questo personale non diplomatico proviene dall’Italia compresi i carabinieri addetti alla vigilanza. Ciò significa che gli appannaggi e le agevolazioni di cui sopra vengono estesi anche a loro. Ecco perché le spese diventano, ad un certo punto, insostenibili e vengono chiuse le sedi consolari all’estero. INSIEME per gli italiani proporrà che minimo il 50% del personale amministrativo nonché quello adibito alla sicurezza, venga reclutato tra le gente italiana residente all’estero perché non si ritiene giusto sostenere un spesa importante anche per lavoratori che invece è agevole assumere sui territori pagati con stipendi locali che ammontano a meno di un terzo e senza appannaggi di quelli che attualmente paga il governo italiano. Se si evitasse che il 50% del personale provenisse dall’Italia, si risparmierebbero cifre considerevoli con le quali improntare ed aprire nuove sedi consolari dove ve ne sia necessità e richiesta. Risparmiando in questo modo si avrebbe addirittura la possibilità di incrementare sportelli di servizio presso quelle sedi consolari dove il personale non riesce a fare fronte alla richiesta e dove per ottenere un appuntamento bisogna attendere alcuni mesi. La nomina pianificata di Consoli Onorari poi potrebbe agevolare l’intermediazione in quei distretti molto lontani dalle sedi consolari e dalle ambasciate.

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