di Carmelo Cicala Presidente di INSIEME per gli italiani
Gli obiettivi primari che ci poniamo sono quelli di approntare un nuovo patto sociale attraverso il quale salvare il Paese dalla deriva sicura nella quale si è diretto. Promuovere ogni sistema utile ad educare alla organizzazione intesa come ordine contemporaneamente pratico e morale che faccia da guida nel lavoro della gestione della cosa pubblica a tutti i livelli.
Sembra un progetto velleitario. Siamo d’accordo che l’affermazione non è da poco conto ma in quale altro modo ci prospettano il cambiamento? Con presenze ataviche di parlamentari entrati ragazzi e congedati decrepiti? E’ con questi personaggi che sono passati di palo in frasca, in molti casi sconfessando anche sé stessi pur di avere nomine e cariche? Se è così allora possiamo ben dire che è proprio questo il progetto insano e velleitario che ormai potrà essere rivolto solo ai dementi non certo alla gente per bene.
La introduzione di una classe dirigente d’eccellenza, con responsabilità e capacità, insieme alla risoluzione del conflitto di interessi di parte, è un primo strumento necessario per il salto di qualità. Un secondo strumento è l’adeguata formazione dei funzionari pubblici, che devono lavorare nelle chiarezza e nell’impegno. Un terzo strumento è la fondazione di una società nazionale (finora assente; abbiamo invece i clans) che operi per gli interessi nazionali e sulla base di valori positivi di riferimento, che devono essere pubblici e conosciuti. Per arrivare a tanto, non si può evitare una chiara e trasparente catarsi la quale motivi le persone tutte ad uccidere i tarli esistenti nel tessuto sociale, allo scopo di far nascere quelle stesse capacità civili che sono diffuse in Europa, e rendere le istituzioni capaci di realizzare, nella realtà, i diritti dei cittadini.
Per ottenere la catarsi, questa pulizia necessaria, questa disinfestazione capillare dei settori nevralgici e di potere del paese si devono tenere sempre presenti tre punti fondamentali essere scritti a chiare lettere sui frontespizi delle nostre intenzioni: 1) qualità degli uomini senza interessi di parte, 2) preparazione e competenza; creazione di una società nazionale finora assente oppure inquinata da presenze e poteri infausti.
I dicasteri con portafoglio sono di fatto divenuti oggi sistemi di arricchimento partitico e di concessione. Questi hanno prodotto e producono quel sottobosco nascosto evidenziato dalle intercettazioni telefoniche, corruzioni e concussioni, elargizione di appalti, conflitti di interesse assurti a norma: cassieri-esattori, guardie-ladri ecc.
Assistiamo continuamente alla scandalosa prova di disonestà oramai endemica nell’atteggiamento e nella politica nazionali. Si è perso cioè ogni ritegno e la strafottenza ha raggiunto livelli veramente ragguardevoli. Lo vediamo ogni giorno a tutti i livelli di gestione della cosa pubblica. Un finanziamento pubblico indecoroso ai partiti i cui conti incontrollati hanno arricchito i soliti furbi e tutta la filiera di amici e conoscenti, favoritismi, imbrogli, esclusione di ogni controllo possibile. In tutto questo ancora oggi, non si è avuto il coraggio e l’onestà di risolvere finalmente e di porvi rimedio. Si comprende bene che dove un posto in Parlamento, Camera o Senato che sia, rappresenti una postazione veramente fondamentale per proseguire queste attività parallele ed illecite. Le ragioni sono facilmente intuibili: amicizie, potere, interesse. Ora, in questo quadro che vede l’operatività di un esercito di 945 parlamentari, 630 alla Camera e 315 al Senato, è facile comprendere che i posti occupati da persone elette all’estero, disturbano le uova sistemate nel paniere di quanti hanno da lavorare nei sottoboschi della politica. Questo è uno dei motivi forse il più importante che “giustifica” la riluttanza, alcune volte divenuta vera e propria avversione, per gli eletti all’estero. Questi non essendo abituati agli andazzi italiani, non sono facilmente abbordabili ed in ogni caso non ci sanno fare con gli imbrogli. Non sono abituati e vengono in Italia, udite udite, per fare politica ed aiutare i loro connazionali residenti all’estero. Tra Camera e Senato essi occupano ben 18 posti, 18 poltrone, 6 al Senato e 12 alla Camera. Sono veramente tanti posti per i politici italiani che saprebbero loro bene come farli “politicamente” fruttare. Ecco spiegato il vero motivo che spinge i partiti dell’intero arco costituzionale a volerli eliminare. Il processo era già in atto ed al Senato che voleva uno stampo federale, almeno così ci hanno detto, nell’ottica di revisione del numero dei parlamentari italiani. Al Senato cosiddetto “regionale” i senatori eletti all’estero non troverebbero una consona dislocazione né la loro presenza avrebbe un senso. Sarebbero quindi fuori luogo. Infatti la spallata bipartisan politica vuole portare alla loro eliminazione definitiva.
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