CAVALLI E O ASINI MESSI ALL’ASTA VADANO A FINIRE MACELLATI E AGLI ARRUSTI E MANGIA O ALLE CORSE CLANDESTINE

FREE GREEN SICILIA

ISTITUTO INCREMENTO IPPICO REGIONALE : SI FERMINO LE ASTE PERICOLO PER LA VITA DI CAVALLI E ASINI

L’ISTITUTO EVITI CHE CAVALLI E O ASINI MESSI ALL’ASTA VADANO A FINIRE MACELLATI E AGLI ARRUSTI E MANGIA O ALLE CORSE CLANDESTINE VERE PIAGHE DELL’ILLEGALITA’ IN SICILIA MA SI TRASFORMI IN UN’OASI REGIONALE PER EQUINI SEVIZIATI O ABBANDONATI!

Ancora una volta, come se le finalità dell’Istituto di Incremento Ippico regionale con sede a Catania e Militello si fosse trasformato in un allevamento a fini commerciali di equini, viene bandita l’ennesima asta di cavalli e asini (anche di pochi anni di vita fino ad animali anziani di oltre vent’anni che avrebbero il diritto di vivere gli ultimi loro giorni in pace peraltro per pochi ‘spiccioli’) che come scopo avrebbe, secondo i principi dello Statuto dell’Ente, “il miglioramento, alla tutela e alla salvaguardia di equidi”. Oltre al fatto che gli stessi animali avrebbero una funzione terapeutica in quanto utilizzati da tempo, nel loro rispetto, per la cosiddetta pet-therapy.

Proprio in questi giorni è stata pubblicata una delibera del Commissario Straordinario dell’Istituto, visto che da anni non si riesce a mettere un direttore incaricato dalla Regione, una prossima asta di equidi, per, secondo lo stesso bando , ‘…le necessità allevatoriali previste dal coma 11 e 12 dell’art. 2 dello Statuto…”. Statuto che a nostro avviso non fa alcun riferimento alla vendita per la macellazione (che peraltro non si fa alcun riferimento nel bando) degli animali nati e cresciuti nell’Istituto.

Ricordiamo che l'Istituto è nato nel 1888 durante il Regno d'Italia, con la sede catanese assegnata come “Regio deposito di cavalli e stalloni’. Solo negli anni ’60 è stato trasferito alla Regione e trasformato in Istituto di Incremento Ippico e da decenni si pensa di sopprimerlo come la dichiarazione del 2013 dell’attuale Presidente Crocetta, appena eletto, mentre altri politici hanno fatto muro per motivazioni non molto chiare. Noi chiediamo che l’Istituto si trasformi in un’ oasi regionale per accogliere e mantenere a vita cavalli e asini che sequestrati ai loro carnefici e alle organizzazioni criminali che li sfruttano per corse clandestine e altro, rischiano spesso proprio per mancanza di stalle pubbliche di essere dati in affidamento agli stessi aguzzini.

Dunque, da tutto ciò, si dovrebbe presumere ( ma non è del tutto chiaro ed esplicito) che gli animali messi all’asta non dovrebbero andare a finire nelle mani di macellai, o a loro prestanomi, di carni equine (quanti cavalli e asini hanno già fatto tale fine?), oltre al fatto, non dichiarato nell’atto deliberativo, dei motivi per cui il Commissario dell’Ente abbia deciso, ancora una volta dopo gli anni passati, di alienare un certo numero di equini (elenco di animali che non siamo riusciti a rintracciare sul sito dell’Istituto) come se si trattasse di mezzi in disuso e come se ci fosse una nascita abnorme e non desiderata di tali animali che costringerebbe l’Istituto periodicamente a disfarsene mettendoli all’asta. Ma gli accoppiamenti non vengono fatti in loco e indotti artificialmente con l’assistenza di un veterinario esterno incaricato contrattualmente? Ma i veterinari regionali dell’ASP non si occupano più dei del benessere e della pessima detenzione dei cavalli dell’Istituto regionale?

Inoltre – afferma Free Green Sicilia – che gli stessi equini messi all’asta, tra questi anche cavalli di ‘puro sangue’, non vadano a finire trasversalmente nelle varie corse clandestine – vera piaga dell’illegalità della città e della provincia -, per essere sfruttati a sangue per poi essere condotti anch’essi in uno dei mattatoi abusivi della città. Ma il rischio si corre visto che per partecipare all’asta è richiesta solo una dichiarazione sostitutiva di atto notorio e non, visto che si tratta di una gara pubblica, dal certificato del casellario giudiziario e della dichiarazione fiscale.

Chiediamo inoltre- continua Free Green Sicilia – che l’Istituto prenda ogni dovuta e necessaria precauzione, anche nel rispetto dei principi del proprio Statuto, e – secondo Free Green Sicilia – coinvolgendo anche la Magistratura – affinché chi partecipi all’asta pubblica abbia tutte le carte in regola, soprattutto dal punto di vista giudiziario, garantendo in tal modo che l’animale acquistato non venga condotto ad un macello (autorizzato o abusivo poco importa) o utilizzato per le corse clandestine (faccia della stessa medaglia) ma in un luogo che debba essere dichiarato formalmente all’atto della partecipazione all’asta. Inoltre l’Istituto dovrebbe verificare periodicamente la presenza e le condizioni degli animali acquistati all’asta anche attraverso le guardie zoofile e ecologiche volontarie oltre che delle stesse forze dell’ordine in quanto vi è un serio rischio di illegalità- e i servizi veterinari regionali dell’ASP che avrebbero delle responsabilità sulla salute e la tenuta degli animali pubblici venduti.

Alfio Lisi

Portavoce

Free Green Sicilia

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