Garavini (PD) „Che il 2017 diventi l’anno che segna il futuro del Paese“

E’ stato un anno impegnativo, il 2016. Denso di cambiamenti, non sempre illuminanti – per l’Italia, per l’Europa e per il mondo. L’elezione alla Casa Bianca di Trump e la vittoria dei sostenitori della Brexit mostrano come i populismi siano costantemente in agguato. Per fortuna sono arrivate anche buone notizie, come l’elezione in Austria a Presidente della Repubblica del verde van der Bellen o la bocciatura in Ungheria del referendum anti-immigrati, voluto dal Presidente di estrema destra, Orban.

In questo quadro internazionale, come collocare la sconfitta del Sì al referendum del 4 dicembre? E’ stata di certo una grande delusione. Perché si è persa l'ennesima opportunità di modernizzare il Paese, dopo decenni di fallimenti. Una delusione in parte alleviata da una massiccia partecipazione degli italiani all’estero che hanno votato in massa per il sì. Allo stesso tempo sarebbe non solo ingiusto, ma anche poco intelligente, sostenere che con la vittoria del No hanno vinto solo i populismi. Significherebbe offendere quei sostenitori del No, il cui cuore batte a sinistra. Elettori la cui fiducia il PD deve sforzarsi di riconquistare.

Rimane il rammarico di non essere riusciti a spiegare agli italiani che la riforma costituzionale, lungi dall’essere l’anticamera dell’autoritarismo, avrebbe portato il Paese fuori dalla palude in cui rischia di rimanere arenato per anni. Una riforma che avrebbe introdotto maggiore democrazia. Un esempio fra tanti: il controllo preventivo di eventuale incostituzionalità delle leggi elettorali, in modo da evitare il riproporsi in futuro di nuovi assurdi come il Porcellum.

Ma è inutile piangere sul latte versato. Adesso la nuova sfida diventa trovare il modo per conciliare bicameralismo paritario e governabilità. E, nell’immediato, consolidare il consenso dell’unico grande partito, il PD, che a differenza di altri non si regge su un 'capo' indiscusso e indiscutibile, ma sulla legittimazione democratica.

Detto questo, il 2016 è stato anche un anno di riscossa per il nostro Paese. Il Governo Renzi ha riportato l’Italia al centro dell’azione politica europea. Abbiamo approvato una serie incredibile di riforme, i cui effetti modernizzatori si vedranno non solo oggi, ma soprattutto negli anni a venire. Le novità introdotte dal Jobs Act, il divorzio breve, la legge sulle Unioni Civili, il pacchetto Cultura, la riforma della PA, la riforma del processo civile. Sono solo alcuni dei provvedimenti, tutti adottati con l’obbiettivo di ridare slancio al nostro Paese, rendendolo più giusto, più moderno e più efficiente. Aspetti di cui il Paese ha ancora disperatamente bisogno. Aspetti sui quali il Governo Renzi ha saputo incidere in modo efficace, attraverso un gioco di squadra serrato con i Gruppi Pd di Camera e Senato. Un lavoro difficile, faticoso, ma estremente produttivo, da cui bisogna ripartire.

Auguri di buon lavoro, dunque. Al neo Presidente del Consiglio da poco entrato in carica, Paolo Gentiloni, e al nuovo Governo, in totale sintonia con quello precedente. Buon lavoro al Parlamento di cui mi onoro di fare parte, perché ci aspettano settimane impegnative, con l'arduo compito di approvare al più presto una nuova legge elettorale. Una legge che ci consenta di andare presto alle urne, cosÄ« da scegliere fra due scenari: o un futuro con un’Europa riformata e un’Italia stabile e prospera, oppure uno scivolone all'indietro, vagheggiato dai populisti, che predicano l’uscita dall’euro e la costruzione di nuovi muri. Buon lavoro anche al Presidente uscente, Matteo Renzi, perchè ci sarà bisogno di ancora maggiori energie e tenacia nel duro compito che ci aspetta.

E tanti auguri agli italiani. Affinchè il 2017 diventi l'anno che segna finalmente il futuro del Paese.

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